La misteriosa scomparsa del piroscafo WARATAH

Sabato 27 luglio 2024✍ – Nave Vespucci in porto a Honolulu (Hawaii)

ACCADDE OGGI…
…IL 27 LUGLIO 1909

La S.S. Waratah era un piroscafo inglese della Blue Anchor Line che collegava l’Europa all’Australia.
La nave, lunga circa 150 metri, quasi 10 mila tonnellate di stazza, aveva cento cabine di prima classe, grandi saloni allestiti con lusso anglosassone, ed era nata per trasportare gli emigranti inglesi tra la Madre Patria e l’Australia.
Il 26 luglio 1909, la nave salpò da Durban (Sudafrica) diretta a Città del Capo.
A bordo erano presenti 212 persone, tra equipaggio e passeggeri, oltre a merci di vario tipo.
Il giorno seguente, il 27 luglio, scompare da qualche parte al largo della costa orientale del Sudafrica. Della nave non verrà trovata la benchè minima traccia, nemmeno un corpo, un salvagente. Cosa accadde? Dove finì la nave?
Ancora oggi, dopo 115 anni, il caso del Waratah, definito il “Titanic australiano”, rimane uno dei misteri più sconcertanti del mare.

L’ipotesi più accreditata é che sia affondato sotto il colpo di un’onda gigante, considerato anche i problemi di stabilità della nave già manifestati in precedenza.

Ma si è parlato anche di bolle di metano, di gorghi marini, di un’esplosione a bordo. La ricostruzione più suggestiva vuole che sia andato alla deriva verso l’Antartide.

CURIOSITÀ
A Durban un passeggero aveva deciso di sbarcare interrompendo volontariamente il proprio viaggio. Si trattava di Claude Sawyer, un ingegnere che nelle notti precedenti era stato tormentato da un incubo agghiacciante: gli era apparso in sogno un guerriero medievale dalla cotta sporca di sangue che emergeva dal mare e chiamava il nome della nave mentre questa si inabissava.

Un’altra curiosità.
Clive Cussler, il celebre scrittore americano, nel suo libro, “Naufragio” si é ispirato a questa storia immaginando che il Waratha sia andato addirittura ad arenarsi nel letto di un fiume del Madagascar, ‘inghiottito’ da sedimenti e vegetazione e liberato dopo più d’un secolo da un’alluvione che lo avrebbe trasformato in un relitto fantasma alla deriva.
Cussler è rimasto talmente affascinato da questa storia che, oltre a scrivere un libro, ha finanziato l’esplorazione marina nella zona del possibile naufragio
con un mini-sommergibile oceanografico. Purtroppo le ricerche non hanno avuto esito positivo e il mistero del “Titanic australiano” rimane.

Cieli sereni
PG