Il ritorno dell’Audio
Intervista a Valentina Serafin
Quante persone ascoltano la radio in Italia? Quante sono le emittenti nel nostro paese? Con quali strumenti si fruisce maggiormente del mezzo radiofonico?
Secondo i dati ricavati in Rete, sono 35 milioni gli italiani che mediamente ascoltano la radio.
Le emittenti nel nostro paese sono circa un migliaio in totale, ma concretamente quelle che vengono ascoltate sono più o meno 300. Le altre hanno quindi un impatto poco rilevante: o perché non sono attive, o perché non ascoltate.
Di queste 300 radio, quelle che hanno una dimensione d’impresa rilevante sono circa la metà, questo soprattutto è dovuto all’impossibilità del mercato a sostenere un numero così alto di player.
Nonostante questa forte riduzione, l’Italia vanta comunque il primato europeo di numero di emittenti, in rapporto alla popolazione.
Se si vanno ad analizzare le fasce di popolazione, la radio viene ascoltata principalmente dagli adulti. I giovani, specie nella fascia 10/20 anni, preferiscono fruire della musica attraverso altre piattaforme on demand (ad esempio Spotify o Youtube).
Negli ultimi tre mesi c’è stata l’esplosione di Clubhouse che ha riportato la voce al centro, ma sembra che la curva sia drasticamente in discesa, soprattutto perché non si riesce a trovare il modo di monetizzare questa piattaforma.
In questa realtà decisamente rilevante, quanto è importante il mestiere dello Speaker radio?
Iniziamo col dire che il mestiere dello speaker, è un vero e proprio lavoro, che richiede a certi livelli una professionalità altissima.
Preparazione, molto studio e tanti sacrifici.
Non è cosi scontato riuscire ad emergere in questo settore. Non si diventa professionisti improvvisandosi e nemmeno avendo una bella voce.
Sono caratteristiche importanti ma vanno sviluppate.
“ Il lavoro dello speaker, come molti altri, inizia spesso la mattina presto su di un treno affollato, una metropolitana oppure una macchina per raggiungere il posto di lavoro “ – ci spiega Valentina Serafin, una delle figure emergenti di questo settore – “ che può essere lo studio di registrazione, l’emittente radiofonica , una sala-conventionoppure l’ufficio di un cliente. ”.
Nell’immaginario collettivo uno speaker fa una vita agiata e comunque piena di notorietà e lusso.
“Spesso per guadagnare uno stipendio medio, bisogna speakerare svariate righe di un anello di doppiaggio, oppure decine e decine di spot promozionali, di documentaridi vario genere o lunghi discorsi e letture in eventi pubblici e privati”.
Molti speaker radiofonici hanno fatto il salto in tv. Forse è questo il momento in cui si passa da voce nota a viso noto. E quindi alla celebrità?
“Sono tanti gli speaker radio che sono diventati conduttori tv: Nicola Savino, Alessandro Cattelan, Luciana Littizzetto, Amadeus, Gerry Scotti, lo stesso Fiorello. Quando erano in radio nessuno li riconosceva per strada. Dunque direi che la risposta è si, passando al video si diventa noti.
Hai citato nomi notissimi, ci sono tuoi colleghi meno conosciuti che hanno intrapreso questo cammino?
Ce ne sono moltissimi altri , soprattutto della nuova generazione. Non faccio nomi per evitare di far torto a qualcuno che mi scorderei sicuramente.”
Facciamone uno solo allora.
“Oggi Diletta Leotta, che era la voce di 105 Take Away, è la conduttrice numero uno del pacchetto sportivo di Dazn. “
Io credo che la preparazione di uno speaker radiofonico richieda molta più preparazione di un collega in video, perché quest’ultimo può far ricorso alla mimica e alla gestualità che in radio non possono venirti in aiuto.
E’ vero, e non solo. Spesso il nostro lavoro si porta a casa nel proprio studio personale (home-studio), ricavato in un piccolo angolo di casa. Una preparazione attenta e meticolosa degli argomenti, che vanno studiati e approfonditi.
Un po’ come quando si andava a scuola..
Esatto. Io ho fatto il Liceo Classico e ho studiato Latino e Greco che peraltro ricordo perfettamente. Il metodo di studio e l’approccio a quelle materie mi sono molto utili quando mi preparo per un lavoro.
Vuoi dire che bisogna essere laureati per fare lo speaker (risata)?
Esistono scuole specifiche per diventare speaker, ad esempio quelle di dizione che ho frequentato a Roma, o anche corsi di teatro che ti permettono di impostare la voce, ed entrambi mi sono stati utili e fanno parte del mio bagaglio professionale. Naturalmente chi ha del talento, può emergere lo stesso, ma io sono del parere che solo il talento non basta.
Un professionismo in continua evoluzione?
Il mercato cambia continuamente, gli speaker si improvvisano ogni giorno, basta andare su ClubHouse e si trovano moderatori di ogni tipo. Non basta aprire un microfono e parlare. Bisogna conoscere i tempi, e saper far parlare anche gli ospiti o gli altri interlocutori.
E dunque?
Studiare, studiare, studiare. Comprendere i cambiamenti, aggiornarsi e non sentirsi mai arrivati.
Quindi la prossima volta che ascolterete una voce in tv, in radio, in uno spot televisivo, oppure ad una convention, ricordatevi che dietro quella voce e quella persona, quel professionista, si nasconde un uomo oppure una donna come Valentina Serafin.
Una Professionista, con la P maiuscola.