Il Cigno Nero
Il cigno nero, raro animale acquatico dalle forme molto eleganti è un paradigma che ci riguarda tutti, come singole persone e come collettività.
E’ la definizione dell’improbabile che spesso governa e confonde, in qualche modo, le nostre vite. Un imprevisto, il caso, un qualcosa che non era proprio all’orizzonte, che cambia in modo radicale la nostra esistenza, in quanto si tratta di un avvenimento che non eravamo preparati ad accogliere.
Cambio scena
La prima volta che ho incontrato, casualmente (questa parola tornerà spesso) Roberta, mi hanno colpito due cose di Lei. Sorrideva sempre, e guardava dritto negli occhi. Non in maniera aggressiva, ma certamente riusciva, non volendo, a metterti a disagio, perché era come sentirsi disarmati di fronte a lei.
Era passata per fare uno shooting sul suo progetto “Smiles Are Viral” , delle shopper di cotone e juta , ecosostenibili, prodotte da una cooperativa di ragazzi Senegalesi, con un enorme smile stampato sui due lati .
Il prodotto che ne usciva fuori non era banale: dentro c’è tutto. Solidarietà, ecosostenibilità, personalità, sorrisi, amore.
Un melting pot di culture, credenze, esperienze di vita.
Le Borse che ridono, come le chiamo io, escono dai confini dell’oggetto di uso quotidiano, e diventano qualcosa che ti accompagna nella tua quotidianità, fino quasi a perdere lo scopo per le quali vengono usate.
Un esempio? Vengono vendute dentro le buste del pane!
“Non è un caso che tutti i fenomeni della vita umana siano dominati dalla ricerca del pane quotidiano” mi dice Roberta “e il suo profumo è il più antico legame con le nostre origini. Aprire una busta del pane e sentirne l’odore ti rimanda al nostro mondo più intimo, alla nostra infanzia, a qualcosa di rassicurante. Io voglio che le mie borse siano questo”
Una coperta di Linus, un portafortuna, qualcosa da abbracciare e che ha un Anima.
Roberta mi ha incuriosito così e, parlando, mi ha raccontato della Spagna, dei suoi anni di danza classica, e della sua vita che ha “ripulito” partendo da se stessa, con momenti intensi di meditazione e yoga.
Il Veganismo che oggi è parte della sua filosofia (abbiamo scherzato su questo) è il Karma che sconta per i lavori del nonno e del padre, che trattavano carni e pelli.
“Ripulirsi dentro” è una necessità che ad un certo punto della vita diventa essenziale. Mi alzo ogni mattina alle 5.30 e faccio due ore di Yoga e meditazione, e questa è diventata una esigenza, non un abitudine, dalla quale non posso prescindere “
Adotti qualche tecnica particolare?
“Assorbo ed indirizzo l’energia vitale attraverso il controllo ritmico del respiro. Quando raggiungo questo controllo, non sempre, riesco a rendere la mia mente stabile, forte e tranquilla”
Stai parlando di Yoga quindi?
“In particolare questo è il Pranayama, una tecnica specifica del respiro attraverso la quale si ottengono molti benefici, anche fisici, se combinati con una disciplina yoga. Io in particolare pratico l’Ashtanga Yoga, che si basa sulla coordinazione del respiro e il movimento, dunque assumendo posizioni diverse, le Asana”
E’ una disciplina o uno “state of mind”?
“Entrambe le cose. Fisicamente mi ha aiutato aver praticato 17 anni di Danza Classica, ma lo yoga è tanto altro. È oltre “
C’è un fil rouge tra il tuo progetto “Smiles are Viral”, il tuo veganismo, e lo Yoga? Io non faticherei a trovarlo.
“Non saprei, forse è casuale, o forse no. Direi che è più un qualcosa che non era proprio all’orizzonte, che ha cambiato in parte la mia esistenza, in quanto si tratta di un avvenimento che non ero preparata ad accogliere…
In che senso?
“Io vivevo tra l’Italia e la Spagna dove ho studiato per diversi anni, ed una volta rientrata a Roma poco prima del lockdwn, sono rimasta bloccata. E’ successo a molti, lo so, ma il progetto delle borse è partito quando mi sono ritrovata qui. Se fossi stata ancora in Spagna, non lo so, forse avrei fatto l’insegnate di Yoga”
Un progetto che sembra casuale ma che in realtà ha dietro molti contenuti.
“Il progetto delle borse lo considero come un figlio, e lo curo con la massima attenzione, dunque forse è nato casualmente, ma è molto della mia vita, oggi”
Una attività imprenditoriale, come la vendita di borse in questo caso, ha sempre un obiettivo economico, che in qualche modo “contamina” la purezza di un Progetto.
“La monetizzazione non è il mio obiettivo primario per Smiles Are Viral. Prima c’è la solidarietà, la realizzazione di qualcosa che possa essere utile e coinvolgere. All’interno delle mie borse ci sono etichette disegnate da bambini che non vengono buttate, ma usate come segnalibri”.
Più che un progetto di impresa, dunque, possiamo parlare di una Visione?
“Si, prima ho detto “figlio”, ma anche “Visione” ha un senso. “
Oppure un sogno?
“I sogni sono desideri, come diceva una canzone, e il mio desiderio è tornare a vivere in Spagna, ed essere serena con me stessa, e dunque con il mondo”.
E’ il momento di salutarci, perché inizia la sessione fotografica delle “Borse che ridono”. Dobbiamo farlo con un colpo di gomito, come vuole il galateo di quest’ultimo anno
“ Ma quale gomito, abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene” mi dice sorridendo Roberta “quando ti sorride il cuore, tutto il resto viene contagiato, e non puoi fermarlo”.
“Let’s Get infected” mi grida da lontano!!
E ci illumina con il suo sorriso. Il mio. Il tuo. Il mio, Il suo, I nostri.
Grazie Roberta, di cuore!