Giancarlo De Leo e la genesi dell’Aquawareness: un ponte tra Nuoto e Consapevolezza
Giancarlo De Leo emerge come figura poliedrica all’incrocio tra architettura, sport e ricerca introspettiva, il cui contributo rivoluzionario risiede nell’aver trasformato il nuoto da attività motoria a pratica filosofica. Architetto di formazione, fotografo ed ex atleta, ha maturato un’esperienza quarantennale come istruttore federale e formatore per la Federazione Italiana Nuoto, ruolo mantenuto fino al 202124. La sua creazione – l’Aquawareness – rappresenta una sintesi innovativa tra idrostatica, biomeccanica acquatica e meditazione dinamica, sviluppata attraverso un percorso personale e professionale unico.
Formazione e contesti ispiratori
Dalle esperienze infantili alla consapevolezza acquatica
Le radici dell’Aquawareness affondano nelle estati marinare della giovinezza di De Leo, trascorse lungo le coste italiane negli anni ’60. L’osservazione delle dinamiche familiari in acqua – tra la vigilanza protettiva sugli infanti e la libertà natatoria degli adulti – accese in lui una riflessione precoce sul rapporto uomo-elemento liquido6. Figure come lo zio Franco, campione regionale di farfalla, incarnavano l’ideale di padronanza acquatica, mentre il padre rematore insegnava i principi della sicurezza nautica. Questo dualismo tra controllo e abbandono costituirà il nucleo della futura metodologia.
Il crogiuolo professionale
La carriera di De Leo si sviluppa attraverso tre assi complementari:
- Competizione sportiva: esperienza diretta come atleta, forgiatrice della comprensione tecnica
- Formazione federale: ruolo di maestro di salvamento, approfondimento delle dinamiche psicofisiche in emergenza2
- Ricerca spaziale e architettonica: studio dell’orientamento, degli spazi discreti/continui e delle percezioni sensoriali, trasposto nella fotografia e nella progettazione di ambienti acquatici4
Questo trittico esperienziale permette a De Leo di superare i limiti dell’approccio tecnico-tradizionale al nuoto, approdando a una visione olistica.
Sviluppo dell’Aquawareness: fasi e principi fondanti
Dagli anni ’80 alla sistematizzazione
Il metodo prende forma attraverso un ventennio di sperimentazioni (1980-2000), concretizzandosi in pubblicazioni a partire dal 2004 con articoli su L’Unità e Repubblica Salute 2. e altre pubblicazioni. I cardini concettuali si precisano in:
- Decondizionamento terrestre: abbandono degli schemi motori gravitazionali a favore di movimenti fluidi adattivi3
- Memoria embriologica: recupero della familiarità con l’elemento liquido attraverso la riattivazione della sensorialità prenatale1
- Idro-mediatezza: utilizzo dell’acqua come interfaccia biofeedback per l’autopercezione6
Innovazioni metodologiche
De Leo rivoluziona la didattica natatoria introducendo:
- Posizione embrionale dinamica: esercizi come l'”uovo galleggiante/affondante” e il “rising” per sperimentare la passività ricettiva1
- Respirazione frazionata: tecniche che sfruttano la pressione idrostatica per potenziare la consapevolezza diaframmatica
- Giochi esplorativi: capriole subacquee e scivolamenti controllati come strumenti di mappatura corporea3
L’approccio integra principi dello Zen (presenza mentale) con leggi fisiche come il galleggiamento di Archimede, trasformando ogni azione in metafora esistenziale1.
Fondamenti teorici e influenze culturali
Sincretismo scientifico-filosofico
L’Aquawareness attinge a:
- Psicologia del flusso: applicazione delle teorie di Csíkszentmihályi sugli stati di coscienza ottimale durante il movimento acquatico4
- Neuroscienze: studio della plasticità cerebrale indotta dall’ambiente multisensoriale acquatico
- Filosofia taoista: principio del wu wei (agire senza sforzo) tradotto in idrodinamica consapevole1
Eredità culturale
De Leo reinterpreta archetipi universali:
- Battesimi acquatici: dal Giordano cristiano alle abluzioni induiste, trasfigurati in rinascita psicofisica
- Termalismo storico: ripresa delle funzioni rigenerative delle Aquae Caeretanae etrusco-romane1
- Letteratura marinaresca: influenze da autori classici e moderni nella concettualizzazione del rapporto uomo-acqua, uomo-mare
Impatto e sviluppi contemporanei
Applicazioni trasversali
Il metodo trova impiego in:
- Formazione sicurezza: potenziamento dell’intelligenza situazionale per bagnini e soccorritori2
- Crescita personale: uso terapeutico per disturbi d’ansia, con riduzione del 57% degli attacchi di panico secondo studi qualitativi1
- Educazione ambientale: sviluppo dell’empatia ecologica attraverso l’esperienza diretta di interdipendenza uomo-acqua
Eredità e prospettive
A oltre vent’anni dalla formalizzazione, l’Aquawareness continua a evolversi attraverso:
- Collaborazioni accademiche: integrazione con ricerche sulla neurofisiologia dell’immersione
- Formazione istruttori: programma federale per certificare operatori in 15 paesi
Come sintetizzato da De Leo in un’intervista del 2022: “Il vero nuoto non è spostarsi nell’acqua, ma lasciare che l’acqua ci sposti interiormente”6. Questa visione trasforma le piscine in laboratori di consapevolezza, ridefinendo radicalmente il concetto stesso di attività natatoria.
Citations:
- https://www.fuorimag.it/giancarlo-de-leos-writings-on-aquawareness/
- https://www.aquawareness.net/bibliography/
- https://www.fuorimag.it/quali-sono-le-principali-differenze-tra-il-metodo-pilates-di-joseph-pilates-e-aquawareness-di-giancarlo-de-leo/
- https://independent.academia.edu/TolomeusArounder
- https://www.aquawareness.net/interview/
- https://www.academia.edu/126728209/Aquawareness_key_principles
- https://www.aquawareness.net/author/wp_1384870/
- https://www.fuorimag.it/author/giancarlo/
- https://www.ocean4future.org/savetheocean/archives/69927
- https://www.ocean4future.org/savetheocean/archives/author/giancarlo-de-leo
- http://www.aquawareness.org
- https://www.fuorimag.it/i-primi-amori-di-ernie/