La Corrente della Guyana

24 settembre 2023 – Il Vespucci sta navigando nel bel mezzo della Corrente della Guyana

Si tratta di una corrente marina dell’Oceano Atlantico, che puó raggiungere una velocità di 2,4 nodi (4,4 Km/h).
Fluisce parallelamente alle coste dei tre Stati omonimi (nell’ordine Guyana Francese, Guyana Olandese e Guyana Britannica). Gli ultimi due, dopo l’indipendenza, hanno cambiato il nome in Suriname 🇸🇷 e Guyana 🇬🇾 rispettivamente, mentre il primo è un Territorio d’Oltremare della Francia 🇫🇷.

La Corrente della Guyana è una diramazione di quella Atlantica Nord Equatoriale che riceve i contibuti del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco. A causa del drenaggio di questi due grandi fiumi la salinità è relativamente bassa, mentre la temperatura superficiale si mantiene tra i 26°C e i 28°C.

Nonostante la sua potenziale piacevolezza, questa corrente è diretta nel senso contrario alla rotta che sta tenendo il Vespucci: un rallentamento comunque messo in conto sulla tabella di marcia verso Fortaleza.

Cieli sereni
PG




L’Alba di oggi, sul Vespucci, e il “Terminatore” – 24 settembre 2023

L’ ALBA DI OGGI SUL VESPUCCI

Questa immagine rappresenta il sorgere del Sole di oggi (Equinozio di settembre) sulle coste atlantiche del Sud America, e del progressivo avanzare della luce del giorno sulla superficie terrestre.

La linea che separa la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) è il TERMINATORE: una linea che, a causa della rotazione terrestre, ‘viaggia’ sulla superficie del pianeta da Levante verso Ponente due volte al giorno: una volta portando l’alba e una volta il tramonto.

Nell’ immagine è rappresentato il terminatore al suo passaggio, all’alba, su Nave Vespucci in navigazione (📌) alle 05:42, ora di bordo. Si può notare che, a quell’ora in Brasile (Brasilia) il Sole era già sorto (05:01 ora di bordo) mentre in Colombia (a Bogotà) era ancora sotto l’orizzonte (alba alle 06:45 ora di bordo).
Questo ci mostra che il terminatore, per andare dal meridiano di Brasilia a quello di Bogotà (differenza di longitudine di circa 26°), ha impiegato 1 ora e 44 minuti: quindi muovendosi ad una velocità di 1650 km/h !!

Chi lo avrebbe detto, dato che comunemente percepiamo le albe e i tramonti sopraggiungere così lentamente!

Cieli sereni
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23 settembre 2023 – Siamo all’Equinozio!

Oggi 23 settembre è il giorno dell’ EQUINOZIO: dal punto di vista astronomico, precisamente alle 08.50 (ora italiana) di questa mattina, è iniziato l’autunno!

Il termine “equinozio” deriva dal latino aequĭnoctĭum a sua volta da aequa nox, ovvero “notte uguale” al giorno.
Infatti negli equinozi, teoricamente, la durata del giorno, in tutto il mondo, è uguale a quella della notte (12 ore e 12 ore) dato che i raggi solari incidono perpendicolarmente all’asse terrestre (immagine).

Ma è proprio così?
No. Oggi ci sarà una differenza di qualche minuto tra il dì e la notte, e il giorno esatto in cui avremo la stessa durata cadrà in una data successiva, che dipende dalla latitudine in cui ci troviamo.

Questo perchè, nel giorno dell’equinozio, le dodici ore sono calcolate ‘astronomicamente’, cioè quando sulla linea dell’orizzonte (immaginiamo di essere in mare aperto) vediamo il centro del disco solare. Le dodici ore NON vanno quindi considerate dal momento in cui il Sole mostra il lembo superiore (alba) fino a quando il lembo superiore scompare (tramonto), MA da quando metà del Sole si rende visibile al mattino fino a quando metà del Sole è ancora visibile alla sera.
Detto ciò, le ore in cui il Sole è in qualche modo sopra l’orizzonte diffondendo la sua luce, sono un po’ più di dodici.
(Da questo ragionamento è escluso l’eventuale effetto dei crepuscoli).

A Roma (latitudine 42° Nord) avremo la stessa durata del dì (dal sorgere al tramonto) e della notte (dal tramonto al sorgere successivo) il prossimo 27 settembre, 4 giorni dopo l’Equinozio!

CAPIRE L’EQUINOZIO

Per capire l’equinozio astronomico bisogna pensare che l’inclinazione della Terra, rispetto ai raggi solari, varia in modo continuo durante l’anno; nel passaggio dall’estate all’autunno tale inclinazione, che fino ad oggi ha esposto di più l’emisfero settentrionale ai raggi del sole (la nostra estate), da domani in poi comincerà a esporlo di meno.
Nel momento di transizione tra le due situazioni, quando l’inclinazione dell’ asse della Terra fa sì che il globo sia per metà illuminato e metà in ombra, si determina l’equinozio.

EQUINOZIO DI SETTEMBRE O D’AUTUNNO ?

L’equinozio non è un giorno, ma è un preciso istante: è quel momento, durante la rivoluzione terrestre intorno al Sole, in cui quest’ultimo al mezzodì si trova allo zenit (‘a picco’) sull’equatore.
Accade due volte l’anno (a sei mesi di distanza, a Marzo e Settembre). Nell’emisfero boreale all’equinozio di settembre (oggi) termina l’estate mentre l’equinozio di marzo segna la fine dell’inverno.
Il contrario accade nell’emisfero australe, dove l’autunno entra all’equinozio di marzo e la primavera a quello di settembre.
Per questo, tornando alla domanda iniziale, è più corretto parlare di equinozio di settembre anzichè equinozio di autunno.

CURIOSITÀ:
LA DATA PUÒ ESSERE DIVERSA
Quando è accaduto l’equinozio gli orologi del mondo segnavano, per convenzione, un’ora diversa. In questo caso, alle 08:50 ora italiana di oggi 23 settembre, in California, tanto per fare un esempio, erano ancora le 23:50…. del 22 settembre!

Cieli sereni
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Nave Vespucci in Oceano Atlantico

Il Vespucci è uscito dal Mar dei Caraibi e sta navigando in Oceano Atlantico a Nord delle coste del Venezuela e della Guyana.

Queste acque furono solcate da Amerigo Vespucci durante il suo secondo viaggio nel 1499.
Costeggiando l’attuale Guyana e il Brasile, il navigatore fiorentino giunse per primo all’estuario del Rio delle Amazzoni all’incirca a 6° Sud di latitudine. Intuì la presenza di questo grandissimo fiume perchè rimase estremamente colpito dal colore diverso delle acque e dalla loro bassissima salinità che si sentiva anche molte miglia a largo.
A bordo delle navi esistevano dei veri e propri “assaggiatori” di acqua di mare in grado di distinguere anche la pur minima variazione di salinità della superficie del mare che poteva essere l’indizio della presenza della foce di un fiume, quindi di acqua dolce come provvista essenziale per il bordo.
Erano dei veri antesignani dei sommelier di acque minerali tanto di moda ai nostri giorni!

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16 settembre 1620, partenza del Mayflower dal porto di Plymouth.

Il 16 settembre 1620, dal porto di Plymouth, parte il Mayflower, la nave con a bordo un gruppo di Padri Pellegrini (Pilgrim Fathers) diretti in America del Nord.
Si tratta di un gruppo di cittadini inglesi di religione puritana considerati i primi coloni del Nord America.

IL MAYFLOWER

Era un galeone a tre alberi di circa 180 tonnellate. A bordo 102 persone compresi donne e bambini in fuga dall’Europa.
Dopo una navigazione estenuante, i coloni approdarono nel nuovo continente in un luogo che la tradizione identifica con Plymouth Rock, il successivo 9 novembre 1620.

Nell’immagine di copertina della Domenica del Corriere del 5 maggio 1957, il Mauflower II, una riproduzione del Mayflower che era partito da Plymouth due settimane prima, replicando, persino nei costumi e nelle condizioni dell’equipaggio dell’epoca, il viaggio originale attraverso l’Atlantico.

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15 settembre 1494 – L’Hurakan di Cristoforo Colombo

ACCADDE OGGI

Il 15 settembre 1494, circa due anni dopo la scoperta del nuovo continente, Cristoforo Colombo si imbatte per la prima volta in un uragano.

HURAKAN !!!
Cristoforo Colombo si trovava nelle vicinanze dell’isola Catalina, da lui così chiamata in onore della figlia dei Re Cattolici, e dell’isola Saona. Grazie al suo intuito e talento di navigatore, l’ammiraglio si rese conto di uno strano comportamento degli animali marini e avvertì anche dei cambiamenti nell’atmosfera. In quel momento gli indiani Tainos, che portava con sé come interpreti sul ponte di comando, improvvisamente si inginocchiarono davanti a lui spaventati, urlando : “hurakan, hurakan” e lo indirizzarono velocemente verso il canale che separa l’isola Saona dalla terraferma, per ripararvisi.

Era la prima volta che un europeo sperimentava sulla propria pelle il significato terribile di quella parola di origine taina.
Hurakan era il nome di una divinità: il “Signore dei venti” e i tainos pronunciavano questa parola con timore e riverenza per la sua ira.

Al mattino del 16 settembre, le forti raffiche di vento, la pioggia battente e la furia del mare si riversarono sulle navi e il maltempo durò diversi giorni. Colombo si salvò miracolosamente, ma questa esperienza, mai vista prima nella sua vita di marinaio, rimase profondamente impressa nella sua mente. Da quel giorno pronunciò anche lui la parola Hurakan con lo stesso rispetto con cui lo facevano i Tainos.

Otto anni dopo, il 29 giugno 1502, nel suo quarto e ultimo viaggio, arrivò nella città di Santo Domingo al comando di una flotta di quattro navi. Colombo avvertì il governatore Nicolas de Ovando che si stava avvicinando un grande uragano e chiese permesso per ripararsi nel porto di Santo Domingo prima di continuare la sua rotta. Ovando gli negò questo permesso perché nella città si trovavano i grandi nemici dell’Ammiraglio, l’ex governatore Francisco Bobadilla, che lo aveva fatto arrestare, e Francesco Roldan che aveva capeggiato la rivolta contro di lui. Costoro erano in procinto di imbarcarsi alla guida di una grande flotta di 32 navi diretta verso la Spagna. Colombo avvertì comunque Nicolas de Ovando di non lasciare partire la flotta perché sarebbe stata sorpresa dall’uragano in arrivo, ma i suoi nemici si beffarono di questo suo avvertimento e la grande flotta mollò gli ormeggi con le stive delle navi piene zeppe di oro. Colombo invece condusse velocemente le sue navi verso Ovest per rifugiarsi nella baia di Puerto Hermoso presso Azua, mentre la grande flotta partì verso Est alla volta della Spagna e si imbatté nell’uragano che la distrusse completamente. Nei giorni seguenti fu rasa al suolo anche la città di Santo Domingo. In tutto si contarono 500 morti oltre alla perdita delle navi, dell’oro e di molti importanti documenti storici.
L’Ammiraglio invece riuscì a partire dalla baia dove si era rifugiato, con le sue quattro navi intatte, continuando il suo viaggio verso le coste del Centro America e navigando, da quel giorno, riverente nelle rotte dove signoreggia Hurakan, il Signore dei Venti.
(da Comitaliasantodomingo )

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Verso Trinidad e Tobago

Navigazione verso Port of Spain (Trinidad e Tobago)

Il comandante Bitta si sta chiedendo quale sia il nome e l’origine dei fregi e dell’arabesco, in legno dorato, che abbelliscono, rispettivamente, la prua e la poppa del Vespucci.

IL CORIMBO

Nell’antichità, indicava l’ornamento della prora e della poppa delle navi.
La parola deriva dal latino corimbus (frutti a grappolo, grappolo di bacche d’edera) e dal greco κόρυμβος (sommità, vertice), comune in botanica per indicare un’infiorescenza che si sviluppa orizzontalmente come per esempio nel sambuco.

L’ APLUSTRO (o APLUSTRE)

Con questo termine, derivato dal latino aplustre, si indicava l’ornamento della poppa delle antiche navi greche e romane; era un simbolo diffuso anche per trofei navali ed è rappresentato generalmente come un pennacchio a una o più volute, oppure come un animale a collo ritorto.
Si trovava in alto, sopra la poppa, era di legno, e in genere si curvava a ventaglio in modo simile alle penne di un uccello.

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La Cometa Nishimura

Nave Vespucci ha ripreso la navigazione nel Mar dei Caraibi verso Port of Spain (Tinidad e Tobago)

Chi sarà sveglio all’alba, per il turno di guardia in coperta, potrà osservare, bassa sull’orizzonte, la cometa 2023 P1 Nishimura.

LA COMETA NISHIMURA

L’11 agosto scorso, l’astronomo amatoriale giapponese Hideo Nishimura ha rilevato un oggetto luminoso vicino al Sole rivelatosi subito essere una nuova cometa!
Il 15 agosto, il Minor Planet Center ha ufficialmente confermato la scoperta battezzando la cometa C/2023 P1 NISHIMURA.

2023/P1 significa che la cometa è stata scoperta nel 2023, nella prima metà di agosto (corrispondente alla lettera P nel sistema di denominazione delle comete IAU, ed è stato il 1° oggetto di questo tipo scoperto nello stesso periodo;

Nishimura è il nome del già citato scopritore;

Quando e dove si può vedere la cometa?

La cometa sorge all’incirca alle 5.30, il Sole alle 6.30.
Questa finestra temporale al crepuscolo mattinale di circa 1 ora è, dunque, quella in cui si potrà osservare la cometa; non prima perchè ancora sotto l’orizzonte, nè dopo, perchè ‘coperta’ dalla luce del Sole ormai sorto.

La cometa Nishimura ha raggiunto la magnitudine 4,8 l’ 8 settembre scorso ed è già abbastanza luminosa per essere osservata ad occhio nudo. Sarà visibile, bassa sull’ orizzonte di Levante (ad Est), nella costellazione del Leone e diventerà ancora più luminosa nei prossimi giorni mentre raggiungerà il perielio: purtroppo sarà anche più vicina al Sole (come angolo della nostra visuale) e quindi più difficile da individuare.

ATTENZIONE !
Guardando la figura (da Skytonight ) bisogna ricordare che la linea punteggiata:

NON è la scia della cometa che attraversa il cielo in un attimo, come fanno le meteoriti.

NON è la traccia del moto della cometa durante un giorno, come fanno il Sole, la Luna e le stelle.

La figura serve ad individuare, per il giorno dell’osservazione, il punto del cielo (ossia la costellazione) dove puntare lo sguardo nella finestra oraria mattutina descritta, per vedere la cometa Nishimura.

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La Micciera

A bordo di Nave Vespucci, in un locale prossimo all’alloggio del comandante e alla rappresentanza, è possibile osservare questo oggetto, appeso in bella mostra, ad una paratia.
In un primo momento viene da pensare ad una chissà quale riserva di corroborante – vino o rum – ad uso degli ospiti.

LA MICCIERA

In realtà si tratta di una fedele ricostruzione di una micciera, un piccolo recipiente metallico a forma di botticella, con due fori laterali. In origine conteneva una miccia a lenta combustione permanentemente accesa, a disposizione, in caso di necessità di fuoco per le artiglierie: all’epoca, sui vascelli, non era consentito l’uso dei fiammiferi.
Era l’unica fiamma presente a bordo e veniva controllata costantemente da un marinaio di guardia.

CURIOSITÀ
Dal Vocabolario Marino e Militare
Guglielmotti, 1889

Micciere :
Arnese acconcio a conservare il miccio senza che si smorzi e senza pericolo di spargere scintille. Si fa di metallo, e per lo più in figura di barletto;
Nel cocchiume del quale si introduce la cima accesa, e vi brucia riparata dal vento, dalla pioggia, e dall’umidità.
Là vanno i marinari per accendere la pipa.

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La Bandiera di Cortesia

9 settembre 2023, Nave Vespucci in porto a Cartagena de Indias, oltre al tricolore, espone la Bandiera di Cortesia: in questo caso, quella della Colombia.

LA BANDIERA DI CORTESIA

È la bandiera esposta da una nave del Paese estero nelle cui acque si naviga o nei cui porti si è ormeggiati.

I moderni sistemi automatici di identificazione (AIS) permettono di identificare il nome e la nazionalità di una nave in ogni momento e in ogni luogo.
Ciò nonostante, le bandiere sono ancora utilizzate e le modalità del loro uso sono strettamente codificate.

Sulle navi militari, le bandiere vengono gestite dai “segnalatori” con molta attenzione.
Basta per esempio issare, in un porto estero, una bandiera di cortesia sgualcita o strappata, per ricevere note negative dalle autorità ospitanti.

Il codice delle bandiere, per esempio, prevede che la bandiera di cortesia venga mostrata solitamente sul lato dritto dell’albero prodiero (trinchetto).

In porto si deve sempre tenere di poppa la propria bandiera nazionale, per poi ammainarla quando si salpa per issare simultaneamente lo stesso vessillo (più piccolo) sulla maestra!

Sul lato sinistro si mostrano le bandiere che segnalano le varie operazioni della nave: per esempio “richiesta di libera pratica” (bandiera gialla) oppure “ho il pilota a bordo” (bandiera bianca e rossa).
Tutti questi significati sono elencati nel “CIS”, ( Codice Internazionale dei Segnali ) conosciuto da tutte le unità, anche quelle del diporto.

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