Save the Sea Turtles! Giornata Mondiale della Tartaruga Marina – 16 giugno 2024


16 giugno 2024: Nave Vespucci sta navigando nel Pacifico in direzione delle coste messicane 🇲🇽

Oggi 16 giugno si celebra la Giornata Mondiale della Tartaruga Marina

Negli ultimi 30 anni sono state cacciate e uccise più di 1 milione di tartarughe marine (in media 40mila all’anno).
Sono questi gli spaventosi numeri pubblicati da uno studio dell’Arizona State University sulla caccia illegale alle tartarughe marine.
Secondo gli scienziati le cifre riportate nello studio sono addirittura sotto-rappresentative perché è molto difficile stimare precisamente questo tipo di attività illegale.

Perché vengono cacciate le tartarughe marine ?

Le tartarughe marine, di qualsiasi specie, sono comunemente cacciate e uccise per le loro uova, per la carne, per la pelle o per il loro carapace. Molto spesso sono anche catturate e tenute come animali domestici esotici. Il commercio della carne, in particolare, è una seria minaccia per la sopravvivenza di questa specie marina: non a caso, qualsiasi tipo di uccisone di questo animale è illegale e sono protette dalla CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Marine in Estinzione).
Queste vengono cacciate principalmente in due spot riconosciuti come “caldi”: il Madagascar e il Sud-Est asiatico.
Il Vietnam, in particolare, è risultato essere il primo Paese per il traffico delle tartarughe o delle loro parti.
Le destinazioni finali, molto spesso, sono Giappone e Cina dove i prodotti derivati dalle tartarughe sono usati per la medicina tradizionale ma anche come monili e ornamenti.
C’è però una nota lieta nello studio: stando ai dati riportarti, la caccia e il commercio illegale di tartarughe marine sarebbero diminuiti del 28% negli ultimi 10 anni, probabilmente grazie a maggiori misure di protezione.

Cieli sereni
PG




21 luglio 2023 – Nave Vespucci in porto a Las Palmas

OSSERVARE LE STELLE ALLE CANARIE
L’ osservatorio astronomico del Roque de los Muchachos è situato nell’isola di La Palma (la più occidentale delle 7 Isole Canarie).
Si tratta di uno dei migliori punti d’osservazione trovandosi in alta quota a 2400 metri.
Le particolari condizioni climatiche dell’isola mantengono costantemente le nuvole ad una quota non superiore ai 500 metri sul livello del mare così da bloccare l’inquinamento luminoso dei centri abitati: questo fenomeno è chiamato dai locali Panza de Burro (letteralmente pancia dell’asino), che consente un’osservazione ottimale delle stelle.

LE STELLE CADENTI DEL CIGNO

È da poco passato il novilunio (17 luglio scorso) e pertanto, in assenza del chiarore lunare, sarà possibile osservare le meteore alfa Cignidi, così chiamate perchè il radiante, ovvero il punto da cui sembra che le stelle cadenti partano, è la stella più luminosa (alfa) della costellazione del Cigno, DENEB.
Insieme a VEGA (Lira) e ALTAIR (Aquila), questa stella fa parte del grande TRIANGOLO ESTIVO: chiunque può riconoscerlo, con il cielo sereno, proprio sopra la propria testa.

Cieli sereni
PG




25 GIUGNO – GIORNATA MONDIALE DELLA GENTE DI MARE

Il 25 GIUGNO è la Giornata Mondiale della Gente di Mare ( Day of Seafarer ).

La Giornata è stata scelta dall’International Maritime Organization (IMO) in riconoscimento del contributo dei marittimi al commercio internazionale, all’economia mondiale ed alla società civile nel suo complesso e per i rischi e i costi personali che sostengono durante il lavoro.
Secondo le stime dell’IMO, le navi trasportano quasi il 90% del commercio mondiale di merci: molti degli oggetti e dei prodotti che usiamo e consumiamo quotidianamente arrivano grazie al lavoro di marinai e marittimi.

Cieli sereni
PG




8 GIUGNO 2023 – Giornata Mondiale degli Oceani

L’8 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.
Le Nazioni Unite selezionano ogni volta un tema diverso per questa Giornata.
Il tema dell’edizione 2023 è: “Planet Ocean: Tides are Changing“.

CURIOSITA’ SUGLI OCEANI

“UN MARE DI VITA”
Il 94% degli esseri viventi che popolano il globo si trovano negli oceani.
Ci vivono infatti circa 10 miliardi di tonnellate di pesci e la maggior parte di questi vive fra i 200 e i 1000 metri di profondità.

“MARE E… MONTI”
La catena montuosa più lunga del mondo (65.000 chilometri!), si trova quasi interamente sotto l’oceano. Questa catena montuosa è meno esplorata della superficie di Venere o Marte, possiamo quindi dire che sia un luogo praticamente intatto e pressoché sconosciuto.

“LA TERRA UN PIANETA ANCORA INESPLORATO”
Abbiamo esplorato solo il 5% degli oceani il che significa che il 65% dell’intero pianeta è praticamente sconosciuto.

“PERCHÈ BLU?”
Il colore del mare è il frutto delle lunghezze d’onda rosse e arancioni della luce solare che vengono assorbite dalla superficie dell’acqua mentre le lunghezze d’onda blu penetrano in profondità, dando così all’oceano quel caratteristico colore blu che tutti quanti conosciamo.

“UN MONDO AL BUIO”
La luce solare, può penetrare fino a circa 100 metri sotto la superficie dell’acqua. Una profondità esigua rispetto alla ‘altezza’ media degli oceani di circa 3.800 metri, i quali si trovano in gran parte in uno stato di oscurità perenne.

“UNA FABBRICA DI OSSIGENO”
Un ruolo importantissimo dell’oceano per la nostra vita è quello di produrre gran parte dell’ossigeno che respiriamo.
Molti pensano che siano solo gli alberi a produrre ossigeno. Non è così: il fitoplancton (ovvero i microrganismi che vivono sulla superficiale dell’oceano) si fotosintetizza allo stesso modo delle piante rimuovendo l’anidride carbonica e rilasciando ossigeno.
Viene prodotto il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbito il 30% dell’anidride carbonica.

“UN MARE D’ORO”
Negli oceani si nascondono più di 20 tonnellate d’oro!
Non si tratta di forzieri stracolmi di monete che giacciono ancora nei relitti di vascelli affondati ma della presenza di questo metallo prezioso, come di altri elementi, diluito in percentuale tale che un litro di acqua di mare può contenere un miliardesimo di grammo d’oro.

Cieli sereni
PG




WORLD TURTLE DAY – 23 MAGGIO

Il 23 MAGGIO è stata la Giornata Internazionale delle Tartarughe: la ricorrenza, istituita nel 2000 dalla American Tortoise Rescue, cerca di promuovere la conservazione delle tartarughe di terra, di mare e di fiume di tutto il mondo dato che sono fortemente minacciate dalla perdita di habitat, dalla caccia illegale e dall’inquinamento.

CURIOSITÀ
Jonathan, un esemplare di Tartaruga Gigante delle Seychelles, ha 190 anni (età stimata in base alla misura del suo carapace) ed è l’animale vivente più vecchio della Terra. Vive a Sant’Elena ed è nato, probabilmente, 11 anni dopo la morte di Napoleone.

Cieli sereni
PG

Il 23 MAGGIO è la Giornata Internazionale delle Tartarughe: la ricorrenza, istituita nel 2000 dalla American Tortoise Rescue, cerca di promuovere la conservazione delle tartarughe di terra, di mare e di fiume di tutto il mondo dato che sono fortemente minacciate dalla perdita di habitat, dalla caccia illegale e dall’inquinamento.

CURIOSITÀ
Jonathan, un esemplare di Tartaruga Gigante delle Seychelles, ha 190 anni (età stimata in base alla misura del suo carapace) ed è l’animale vivente più vecchio della Terra. Vive a Sant’Elena ed è nato, probabilmente, 11 anni dopo la morte di Napoleone.

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La sabbia che canta

In alcune spiagge, che a prima vista appaiono come molte altre, quando sono calpestate o vengono battute dal vento, la sabbia delle dune produce un misterioso suono con toni musicali su varie note che possono spaziare dal soprano acuto al basso.
Si tratta delle “sabbie cantanti”, un fenomeno a lungo indagato dagli scienziati. Questi ritengono che la musica nasca dalla struttura delle sabbie costituite da minuscoli granelli di quarzo, che il mare ha levigato fino a dare loro una forma rotondeggiante.

Ogni ‘chicco’ è circondato da una minuscola sacca d’aria e l’attrito tra i granelli e l’aria innesca una vibrazione che crea la nota musicale.
La nota varia in base alla quantità di umidità nell’atmosfera e alla pressione applicata. Le sabbie musicali si trovano di solito su spiaggie pulitissime, senza polveri o corpi estranei: alcuni esperimenti hanno dimostrato che anche un pizzico di farina arresta le vibrazioni, annullando il particolare suono.

Ci sono varie località nel mondo dove si trova questo tipo di sabbia musicale come la spiaggia di Kotogahama in Giappone, la spiaggia di Whitehaven in Australia e quella dell’isola di Eigg, in Scozia;

Anche in Italia abbiamo una spiaggia musicale. È la spiaggia di Cala Violina, una tra le più belle spiagge della Maremma Toscana, situata tra Follonica e Punta Ala.
La sabbia di quella spiaggia ha dato il nome alla cala, in riferimento ai piacevoli suoni che essa “emette”, quando calpestata, simili a quelli del violino. 🎻

Cieli sereni
PG




Greenwashing, il lato oscuro della sostenibilità.

di Francesca Bux

“Investire nel Pianeta” è il tema scelto per la Giornata Internazionale della Terra del 2022 appena trascorsa.

Ogni anno, dal 1970, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, si celebra quella che è considerata la più grande iniziativa al mondo dedicata all’ambiente.

Obiettivo principale: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salvaguardia del pianeta, della biodiversità, promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e invertire il degrado dei terreni.

Le Nazioni Unite, nel 2016, hanno scelto il 22 Aprile per adottare ufficialmente l’Accordo di Parigi, che rappresenta l’impegno più importante mai firmato contro la crisi climatica globale.

L’obiettivo del trattato è molto chiaro e prevede l’incremento comunitario di azioni mondiali e il suo raggiungimento può essere riassunto in 3 punti fondamentali:

– contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 °C oltre i livelli preindustriali e di limitare l’aumento a 1,5 °C

– aumentare la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, promuovendo la resilienza climatica e lo sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra, con modalità che non minaccino la produzione alimentare;

– rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente al clima.

Tutto molto bello e soprattutto estremamente necessario.

Ma cosa significa esattamente la tematica scelta e quali demoni si possono celare dietro una così nobile causa?

“Investire nel Pianeta” è un chiaro riferimento a come la finanza privata – influenzata e guidata spesso anche dalle nostre scelte individuali – è probabilmente uno dei più grandi acceleratori dei capovolgimenti di cui abbiamo bisogno per dare una svolta e mettere un freno ai disastri naturali causati solo dalla nostra noncuranza e senso di onnipotenza.

E’ quindi abbastanza semplice dedurre come, prendendoci cura della nostra Madre Terra, arrivino anche i vantaggi economici.

E qui entra in scena un termine che si è fatto conoscere molto negli ultimi tempi.

Stiamo parlando del Greenwashing.

Origine del nome:

Si tratta di un neologismo nato dalla sincrasi tra le parole “green” (il colore associato da sempre all’ambiente e al movimento ambientalista) e “whitewashing” (imbiancare e – in senso figurato – nascondere qualcosa).

La sua origine viene fatta risalire all’ambientalista statunitense Jay Westerveld, che per primo lo impiegò nel 1986 per stigmatizzare la pratica delle catene alberghiere, che facevano leva sull’impatto ambientale del lavaggio della biancheria per invitare gli utenti a ridurre il consumo di asciugamani, quando in realtà l’invito era mosso quasi esclusivamente da motivazioni economiche (nello specifico, era relativo a un taglio nei costi di gestione).

Ora noi lo utilizziamo per indicare una strategia di comunicazione adoperata da certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, con l’unico scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.

Esempio: avete sentito parlare della “JoinLife Collection” di Zara?

E’ una campagna sostenibile intrapresa dall’azienda, per mostrarsi sensibile alle conseguenze dei propri prodotti sull’ambiente.

Peccato che, come spiega a Will uno dei più agguerriti nemici di questa pratica, nonchè esperto in sostenibilità ambientale e sociale nella moda, Matteo Ward, analizzando le componenti di un capo presentato sul sito, è possibile notare come un tessuto composto da più di due diversi tipi di fibre non possa essere riciclabile. 

Inoltre, le stesse fibre derivano da combustibili fossili: questo significa che,lavaggio dopo lavaggio, viene rilasciata della microplastica.

E tutto ciò non è assolutamente né green, né Eco-friendly, né tantomeno etico.

I danni che conseguono un’attività di Greenwashing spaziano dalla perdita di credibilità a quello più serio che consiste nella mancanza di un’azione concreta per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Per questo motivo, è fondamentale l’identificazione delle aziende che realmente hanno incorporato la sostenibilità all’interno della propria organizzazione, soprattutto per gli investitori ESG (Environmental, Social, Governance. Viene utilizzato nel settore economico/finanziario per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile (IR), che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance). 

Il rischio, altrimenti, è quello di finanziare progetti e imprese che non apportano alcun beneficio per l’ambiente e le persone, vanificando così tutti i princìpi e le buone intenzioni della tematica di questa giornata.


Francesca Bux

Classe 1984.

Veneta dal sangue pugliese, intraprendente, riservata e creativa.

Attenta nei confronti delle nuove tendenze della comunicazione, con un occhio di riguardo per le campagne pubblicitarie di impatto sociale, innovative e fuori dagli schemi.

Lettrice eclettica, viaggiatrice anche solitaria, dipendente dalla musica e dalle espressioni d’arte come la fotografia, la pittura e la moda.

Amante delle rappresentazioni teatrali, tradizionali e indipendenti.

Non ho un mio blog, ma amo scrivere in quello degli altri.




Designer for the Planet, Stella McCartney, H&M: stile e sostenibilità a braccetto nell’epoca moderna.


di Francesca Bux

In pochi ci avrebbero mai scommesso, ma il colosso della moda (ai primi posti da sempre delle industrie più inquinanti al mondo) è tra i più attenti all’impatto ambientale delle sue produzioni, diventando così uno dei punti di riferimento alla lotta contro la devastazione dell’ecosistema, con l’entusiasmo degli amanti del fashion con uno stile di vita eco-friendly. 

La concezione di shopping etico si allarga e, in aggiunta alla cosmetica vegan, prodotti alimentari equosolidali, detergenti solidi e plastic-free, i migliori acquisti ecologici riguardano capi in cotone organico, ecopelle in fibra di mais, poliestere riciclato.

Tutto ciò è apparso ben chiaro sotto i riflettori appena spenti della Milano Fashion Week, dove la maggior parte dei brand ha presentato collezioni che vogliono smarcarsi dall’equazione “moda = frivolezza”, dando spazio a una ventata di aria giovane, innovativa ma soprattutto green.

Ecco quindi andare in scena la 5°edizione del progetto “Designer for the Planet”: brand emergenti rigorosamente Made in Italy, che hanno fatto della sostenibilità la componente fondamentale per la realizzazione delle loro collezioni. 

Un intero spazio all’interno del Fashion Hub ha ospitato quest’anno gli stilisti Acidalatte, BENNU, DassùYAmoroso, Raree Show e Vernisse, giovani talenti che vogliono influenzare positivamente le nuove generazioni, proponendo vestiti alla moda e unici nella loro realizzazione.

Handmade, vecchi abiti second hand, recupero di capi e tessuti provenienti da deadstock e armadi vintage, sono stati il filo conduttore che ha rappresentato i lavori proposti, il tutto unito ad un’elevata sensibilità nei confronti delle tematiche sociali, quali l’accettazione di se stess*, la libertà di osare e la fluidità di genere.

Tra gli innumerevoli vantaggi del riutilizzo dei materiali, spicca la capacità di ridurre la produzione di nuovi capi e il conseguente inquinamento che ne deriva.

Lo sa bene anche Stella McCartney, pioniera del movimento di moda di lusso sostenibile (“Pioneering a sustainable luxury fashion movement”), che da oltre vent’anni si impegna in una produzione etica e cruelty-free.

La celeberrima Falabella bag, borsa lanciata nel 2010, incarna senza ombra di dubbio l’anima del suo marchio: la pelle molto morbida è stata realizzata con olii vegetali, mentre le fodere vedono l’utilizzo dibottiglie in plastica riciclate, senza tuttavia togliere lusso ed eleganza al prodotto.

Una sensibilità moderna e responsabile, che ha portato la stilista a fare scelte sempre più ambientalista, implementando ad esempio l’uso della viscosa sostenibile e del cashmere rigenerato al posto del cashmere vergine.

Non sono da meno i grandi colossi quali l’azienda di abbigliamento svedese “H&M”. Da tempo, infatti, il brand si dimostra attento alle tematiche di sostenibilità, tanto da dichiarare che:”Il nostro obiettivo è che tutti i nostri articoli siano prodotti con materiali riciclati o provenienti da fonti sostenibili entro il 2030. Il 65% dei materiali che usiamo lo è già.”

Una volontà così tanto forte da portare perfino alla realizzazione della collezione Conscious choice: capi creati con almeno il 50% di materiali sostenibili, come appunto il cotone biologico o il poliestere riciclato.

Spazio quindi anche a foglie di ananas, rifiuti di canapa, vecchie reti da pesca e vetro riciclato.

L’importante è iniziare ad aprire lo sguardo verso un futuro dalle scelte più consapevoli, compiendo azioni concrete che rispettino l’ambiente e smettano di danneggiare la natura.

Prima che sia troppo tardi.


Francesca Bux

Classe 1984.

Veneta dal sangue pugliese, intraprendente, riservata e creativa.

Attenta nei confronti delle nuove tendenze della comunicazione, con un occhio di riguardo per le campagne pubblicitarie di impatto sociale, innovative e fuori dagli schemi.

Lettrice eclettica, viaggiatrice anche solitaria, dipendente dalla musica e dalle espressioni d’arte come la fotografia, la pittura e la moda.

Amante delle rappresentazioni teatrali, tradizionali e indipendenti.

Non ho un mio blog, ma amo scrivere in quello degli altri.