La Luna piena del Cacciatore

Questa notte – 28 ottobre 2023 – la Luna raggiungerà la sua pienezza alle 22:24 ora italiana.
L’orologio di bordo di Nave Vespucci, in navigazione nell’ Atlantico, segnerà, invece, le 17:24. La Luna Piena, per la posizione della nave, sarà ancora sotto l’orizzonte e sorgerà alle 18 circa

LA LUNA PIENA DEL CACCIATORE

Il nome di questo plenilunio di ottobre si riferisce alla tradizione dei nativi americani, che chiamavano così la Luna Piena che donava loro molto più tempo per cacciare le prede in vista della stagione invernale.
Ma questo plenilunio non è conosciuto solo come quello del Cacciatore. Poiché si verifica subito prima del Samhain – il festival gaelico di metà autunno (l’odierno Halloween) – il plenilunio viene anche identificato con il nome di ‘Luna di Sangue’ o Blood Moon.

In concomitanza con la Luna Piena, tra le 20 e le 00.26 (sempre ora italiana), si verificherà una eclissi parziale di Luna e il nostro satellite apparirà oscurato al 6%.
Non è un caso che l’eclissi lunare parziale avvenga in concomitanza con la Luna del Cacciatore, poiché la prima condizione affichè il fenomeno si verifichi è il plenilunio. Tuttavia non tutte le lune piene generano un’eclissi lunare, perché il percorso orbitale della Luna attorno alla Terra ha un’inclinazione di 5 gradi rispetto al piano dell’orbita del nostro pianeta attorno al Sole.
Per potersi verificare un’eclissi di Luna è anche necessario che il nostro satellite in fase di piena si trovi in prossimità dei punti in cui le orbite della Terra e della Luna si intersecano. Quei punti sono chiamati nodi lunari.

OSSERVAZIONE DELL’ ECLISSI

L’eclissi sarà anche visibile in Asia, Australia, Africa, Nord America, Oceano Pacifico, Indiano, Artide e Antartide: una piccola parte della faccia illuminata della Luna sarà adombrata dalla Terra, come se qualcuno “avesse morso” il nostro satellite.

Cieli sereni
PG




Giovedì 12 ottobre 2023 – Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo

Oggi, in Italia, si è celebrata la Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo.
In Spagna è conosciuta come Fiesta Nacional de España o Día de la Hispanidad mentre in Sudamerica ha varie denominazioni tra cui Día del Descubrimiento de América, Día del Encuentro de Dos Mundos, Día de la Raza, Día de las Américas, Día de la Resistencia Indígena, Negra y Popular e Día del Respeto a la Diversidad Cultural.

Nella foto il probabile punto di sbarco di Cristoforo Colombo nell’ Isola di Guanahaní (Bahamas).

Cieli sereni
PG




23 settembre 2023 – Siamo all’Equinozio!

Oggi 23 settembre è il giorno dell’ EQUINOZIO: dal punto di vista astronomico, precisamente alle 08.50 (ora italiana) di questa mattina, è iniziato l’autunno!

Il termine “equinozio” deriva dal latino aequĭnoctĭum a sua volta da aequa nox, ovvero “notte uguale” al giorno.
Infatti negli equinozi, teoricamente, la durata del giorno, in tutto il mondo, è uguale a quella della notte (12 ore e 12 ore) dato che i raggi solari incidono perpendicolarmente all’asse terrestre (immagine).

Ma è proprio così?
No. Oggi ci sarà una differenza di qualche minuto tra il dì e la notte, e il giorno esatto in cui avremo la stessa durata cadrà in una data successiva, che dipende dalla latitudine in cui ci troviamo.

Questo perchè, nel giorno dell’equinozio, le dodici ore sono calcolate ‘astronomicamente’, cioè quando sulla linea dell’orizzonte (immaginiamo di essere in mare aperto) vediamo il centro del disco solare. Le dodici ore NON vanno quindi considerate dal momento in cui il Sole mostra il lembo superiore (alba) fino a quando il lembo superiore scompare (tramonto), MA da quando metà del Sole si rende visibile al mattino fino a quando metà del Sole è ancora visibile alla sera.
Detto ciò, le ore in cui il Sole è in qualche modo sopra l’orizzonte diffondendo la sua luce, sono un po’ più di dodici.
(Da questo ragionamento è escluso l’eventuale effetto dei crepuscoli).

A Roma (latitudine 42° Nord) avremo la stessa durata del dì (dal sorgere al tramonto) e della notte (dal tramonto al sorgere successivo) il prossimo 27 settembre, 4 giorni dopo l’Equinozio!

CAPIRE L’EQUINOZIO

Per capire l’equinozio astronomico bisogna pensare che l’inclinazione della Terra, rispetto ai raggi solari, varia in modo continuo durante l’anno; nel passaggio dall’estate all’autunno tale inclinazione, che fino ad oggi ha esposto di più l’emisfero settentrionale ai raggi del sole (la nostra estate), da domani in poi comincerà a esporlo di meno.
Nel momento di transizione tra le due situazioni, quando l’inclinazione dell’ asse della Terra fa sì che il globo sia per metà illuminato e metà in ombra, si determina l’equinozio.

EQUINOZIO DI SETTEMBRE O D’AUTUNNO ?

L’equinozio non è un giorno, ma è un preciso istante: è quel momento, durante la rivoluzione terrestre intorno al Sole, in cui quest’ultimo al mezzodì si trova allo zenit (‘a picco’) sull’equatore.
Accade due volte l’anno (a sei mesi di distanza, a Marzo e Settembre). Nell’emisfero boreale all’equinozio di settembre (oggi) termina l’estate mentre l’equinozio di marzo segna la fine dell’inverno.
Il contrario accade nell’emisfero australe, dove l’autunno entra all’equinozio di marzo e la primavera a quello di settembre.
Per questo, tornando alla domanda iniziale, è più corretto parlare di equinozio di settembre anzichè equinozio di autunno.

CURIOSITÀ:
LA DATA PUÒ ESSERE DIVERSA
Quando è accaduto l’equinozio gli orologi del mondo segnavano, per convenzione, un’ora diversa. In questo caso, alle 08:50 ora italiana di oggi 23 settembre, in California, tanto per fare un esempio, erano ancora le 23:50…. del 22 settembre!

Cieli sereni
PG




Cieli sereni, Hurakan!

E’ NATO UN CORSO!

Dal messaggio di Nave Vespucci nel Mar dei Caraibi

Il 6 settembre 2023, alle 1100 ora di bordo (1800 ora italiana), in posizione 11° 04′ N – 075° 16′ W, a largo della costa colombiana del Mar dei Caraibi, gli allievi della 1^ classe della Accademia Navale hanno issato il loro vessillo e hanno urlato al mare il loro nome:

        HURAKAN

Nella cultura Maya era la divinità del vento, del fuoco, delle tempeste nonchè lo spirito creatore della vita.
Il nome Hurakan richiama anche la parola spagnola Huracàn in ricordo dell’uragano Franklin che, durante la traversata oceanica, ha spinto il Vespucci a preferire una fonda alle Isole Vergini nell’attesa che il fenomeno diminuisse la sua intensità.

LA BANDIERA DEL CORSO

Raffigura il Dio Hurakan che, da tradizione locale, è rappresentato con una coda di serpente. Nella mano destra, una civiltà annientata da una tempesta rappresenta la distruzione. Nella mano sinistra il fuoco, simbolo della vita e della rinascita di una nuova civiltà.

Il messaggio che il corso ha voluto trasmettere è quello dell’affermazione di una nuova identità dopo un intenso periodo di sfide, affrontate nell’unità che caratterizza un corso.

IL MOTTO
È nel solco di questa unità che nasce il motto del corso:

ADVERSA NOS GENUIT UT INVICTI CREVIMUS
“Le avversità ci hanno forgiato così che sorgessimo invitti”

Sullo sfondo della bandiera le Colonne d’Ercole ricordano il passaggio dello Stretto di Gibilterra mentre, per il successivo passaggio dell’Equatore, nonchè delle zone del Sud America in cui la campagna si è svolta, troviamo raffigurata la costellazione della Croce del Sud.

Cieli sereni Hurakan!
PG




Aquawareness: a holistic discipline

Aquawareness is a holistic discipline founded by Giancarlo De Leo, integrating mindfulness with aquatic activities to enhance self-awareness and well-being. It emphasizes connecting individuals with their physical and mental states while engaging with water, promoting relaxation and personal growth beyond traditional swimming techniques[1][2]. Through this practice, participants rediscover their relationship with water, fostering a deeper understanding of their own bodies and the environment[4].

Citazioni:
[1] aquawareness: Home https://www.aquawareness.net
[2] Aquawareness: history of a discipline – Fuori https://www.fuorimag.it/aquawareness-history-of-a-discipline/

[4] Aquawareness targets – Fuori https://www.fuorimag.it/aquawareness-targets/
[5] Fuori on X: “https://t.co/ldJjkH2n9T” / X https://twitter.com/Fuori_magazine/status/1868538743776497684
[6] Fuori on X: “https://t.co/Vxrr09CzDz” / X https://x.com/Fuori_magazine/status/1868536775293157663




Martedì 1 agosto 2023 – La Luna dello Storione

Ultimo giorno di Nave Vespucci in porto a Dakar
Questa notte, cielo sereno permettendo, la nostra nave sarà illuminata da una grande luna piena

LA LUNA DELLO STORIONE

In serata il nostro satellite naturale raggiungerà la fase di plenilunio (la seconda volta di questa estate) prendendo il nome di LUNA DELLO STORIONE ( Sturgeon Moon ) usato dalle tribù indiane perché, in questo periodo dell’estate, lo storione dei Grandi Laghi era più facilmente catturabile.
La Luna piena di agosto è detta anche Luna del Grano in quanto coincidente con la raccolta di quel cereale.

Sarà una ‘Superluna’ così come è stata quella del Cervo del 3 luglio scorso e come ancora sarà quella del prossimo 31 agosto.
In un unico mese avremo quindi due pleniluni, un evento che non si ripete molto frequentemente.

Per “Superluna” si intende, in termini non rigorosamente scientifici, una Luna piena che si verifica quando il nostro satellite si viene a trovare nel tratto di orbita più vicino alla Terra – precisamente a non meno del 90% del suo massimo al perigeo (che sarà domani 2 agosto) – apparendo così, anche se di poco, più grande e luminosa.

CURIOSITÀ
Dato che la Luna ci rivolge sempre la stessa faccia, siamo indotti a pensare che quello che vediamo è esattamente il 50% della superficie lunare.
In realtà, dalla Terra, riusciamo ad osservarne di più: quasi il 60% !
Il fenomeno, scoperto da Galileo Galilei e spiegato da Newton, è definito “LIBRAZIONE” e ci permette di vedere a periodi alterni le regioni più orientali ed occidentali della Luna. Ciò dipende dal moto non uniforme della Luna: quando si trova nei punti della sua orbita più vicini alla Terra ( perigeo ), si muove piu’ velocemente e la sua rotazione, per cosi’ dire, “resta indietro” rispetto alla rivoluzione.
Detta in altre parole, nel tempo che impiega a ruotare su se stessa di 90° (..eh sì, anche la Luna ruota!) il nostro satellite “percorre” 97° di orbita.
All’ apogeo, invece, muovendosi più lentamente, gli stessi 90° di rotazione avvengono in 83° di orbita.

L’effetto visibile dalla Terra e’ una lieve apparente rotazione della Luna su se’ stessa: prima in un senso, quando accelera, poi nel senso opposto, quando rallenta. Questo “pendolamento” mensile e’ la librazione.

Cieli sereni
PG




13 luglio 2023 – “Non plus ultra” – Nave Vespucci ha attraversato lo Stretto di Gibilterra, il punto nel quale il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico.

Questo stretto è anche noto, simbolicamente, come Colonne d’Ercole.
Il mito vuole che sia stato il semidio Ercole a porre due Colonne ai lati dello stretto, tra i promontori di Calpe (Spagna) e di Abila (Africa).
Gli antichi Greci credevano che le Colonne fossero un limite invalicabile oltre cui non era più possibile andare, aldilà del quale il pericolo e l’ignoto avrebbero condannato ogni essere umano alla fine dei tempi. Secondo la leggenda, Ercole si sarebbe spinto proprio fino alle pendici dei monti Calpe e Abila: creò le due colonne e vi impresse sopra l’iconica incisione: “NON PLUS ULTRA”.

Le Colonne d’Ercole colpirono la fantasia e l’estro di moltissimi scrittori e artisti. Secondo Platone, aldilà delle colonne si trovava il mitico e ricco regno di Atlantide. Dante, invece, fa intravedere ad Ulisse, oltre quei confini, il monte del Purgatorio, prima di venire colpito dalla vendetta divina che fa sprofondare la sua nave.

Adesso Gibilterra è un territorio d’oltremare del Regno Unito 🇬🇧 e deve il suo nome alla corruzione del toponimo arabo Jabal Ţāriq (جبل طارق, Monte di Tariq), in omaggio a Tariq ibn Ziyad, il condottiero berbero che conquistò la Spagna nel 711.

CURIOSITÀ
La bandiera di Gibilterra riproduce lo stemma del territorio concesso dai Re Cattolici di Spagna nel 1502, con il castello che rappresenta la rocca e la chiave, che allude alla sua posizione strategica di “Porta del Mediterraneo”.

Cieli sereni 🇬🇮
PG




8 LUGLIO – MARE NOSTRUM -MEDITERRANEO DAY

L’ 8 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo nata nel 2014 con la collaborazione di Earth Day Italia e il supporto della Marina Militare Italiana
per stimolare l’interesse delle comunità verso lo stato di salute di questo mare.
Gli obiettivi della Giornata si possono ricondurre agli stessi dichiarati dalle Nazioni Unite, che nel 2017 hanno dato inizio all’ Ocean Decade, il programma decennale (2021-2030) sostenuto dall’UNESCO che prevede il coinvolgimento di scienziati, enti governativi, associazioni e imprese in un piano condiviso per la protezione degli oceani.

Il Mar Mediterraneo, chiamato dai Romani “Mare Nostrum”, oltre ad essere ricchissimo di storia, costituisce un’eccellenza di biodiversità: pur avendo solo una superficie di circa l’1% di tutta la superficie acquea del pianeta, ospita oltre 12000 specie marine (!) e mediamente l’8% della biodiversità marina mondiale.

Bagna 22 Paesi e la sua profondità media si aggira sui 1500 metri, (quella massima è di 5270 metri) il che lo rende il mare chiuso più profondo del mondo.

Nonostante sia (quasi) ‘chiuso’, ha una

particolare circolazione delle acque per lo più dovuta ai venti, che garantisce un continuo ricambio d’acqua e l’ingresso di specie animali appartenenti all’Oceano Atlantico.

E’ chiamato anche il “Mare dei Vulcani”: solo nei mari italiani, in particolare nel Tirreno, esistono 13 vulcani, tra i quali il Marsili, che è il vulcano sommerso più grande d’Europa.

CURIOSITÀ
Questo mare ha ben due (!) BARRIERE CORALLINE.
Una si trova sul litorale romano, al largo di Capocotta, tra Ostia e Torvaianica, ed è costituita da una prateria di gorgonie a poche miglia dalla costa capitolina.
L’altra barriera è in Puglia. Si estende per circa 2,5 km dalla costa di Monopoli con profondità di circa 40-55 metri, anche se la sua estensione reale potrebbe essere molto più vasta, circa 200 km nel tratto tra Bari e Otranto.
Si tratta di una scogliera di madrepore mesofotiche scoperta nel 2019 e popolata da oltre 200 specie diverse.

[Foto UNESCO: Barriera corallina pugliese]

Cieli sereni
PG




LA LUNA DEL CERVO

3 luglio 2023
Continua navigazione di Nave Vespucci verso Marsiglia, nelle acque a Sud della Francia

Oggi, alle ore 13:40 ora italiana, la Luna raggiungerà il plenilunio. Quasi allo stesso tempo transiterà anche nel punto più vicino alla Terra (Perigeo) e sarà dunque la prima Superluna dell’anno: apparirà più grande del 6% circa e più luminosa del 12% rispetto a una normale luna piena.

Spesso però capita di ammirare una Luna piena più grande, ma non perchè è più vicina alla Terra. In quel caso si tratta di un’illusione ottica, detta “illusione lunare”: il disco lunare sembra più grande quando sorge o cala facendo da sfondo ad un panorama come montagne, colline o manufatti (navi o costruzioni).

La Luna piena di luglio è chiamata tradizionalmente la LUNA DEL CERVO perchè legata ad un determinato evento stagionale: è il mese in cui le corna dei cervi finiscono la loro crescita e raggiungono la massima lunghezza.
Non è però il solo nome: secondo altre leggende la Luna di luglio viene chiamata anche Luna dei Temporali, perché frequenti in questo periodo. Per i cinesi è la Luna del fantasma affamato e per i Celti la Luna della rivendicazione (Moon of Claiming). I Cherokee la chiamavano Luna del mais maturo (Ripe Corn Moon) e infine, nell’emifero australe dove in questo periodo è inverno, Luna di ghiaccio.

Cieli sereni
PG




29 GIUGNO – LA BARCA DI SAN PIETRO

Quando eravamo piccini il nostro babbo, la sera del 28 giugno ci faceva “la barca di San Pietro”. Per noi era una magia…non si capiva cosa fosse né come lui riuscisse a fare questa cosa strana e misteriosa.

LA TRADIZIONE
Per la festività dei SS Pietro e Paolo si era soliti riempire un recipiente di acqua e immergervi un albume di uovo. Il contenitore doveva essere lasciato per tutta la notte tra il 28 e il 29 giugno all’aperto, su un prato, o su un davanzale. Il giorno seguente l’albume aveva le sembianze delle vele di una nave, generata proprio dal “soffio” di San Pietro. La tradizione vuole che questa trasformazione avvenga solo ed esclusivamente in quella notte e, a seconda di come apparivano le vele, si poteva capire se il raccolto sarebbe stato abbondante o meno. I contadini capivano dalla forma delle vele anche le condizioni del tempo: vele aperte significavano bel tempo e caldo, vele chiuse l’arrivo della pioggia.

Oggi, dopo tanti anni, manteniamo viva la tradizione che il babbo e, prima di lui, il nonno e il babbo del nonno, ci hanno tramandato: abbiamo voluto ripetere ancora una volta quello che loro facevano e questa mattina abbiamo trovato questa (vedi foto).

Auguri a Pietro, a Paolo, a Piera, a Paola, e a tutti coloro che si chiamano con nomi composti da questi. 😇

Cieli sereni
PG