La Moldavia e la sua Bandiera

Il 27 AGOSTO si celebra la ricorrenza nazionale della MOLDAVIA: giorno dell’indipendenza (in moldavo Ziua Independenţei) dall’Unione Sovietica avvenuta nel 1991.

La bandiera della Repubblica di Moldavia

È un tricolore verticale blu, giallo e rosso con uno stemma al centro: un’aquila che regge uno scudo sul quale è raffigurata la testa di un uro, un grande bovino estinto, diffuso originariamente in Europa, da cui derivano gli odierni bovini.

La bandiera della Moldavia NON È SIMMETRICA sulle due facce rispetto al pennone. Precisamente non lo è lo stemma: l’aquila, che rivolge sempre la testa verso l’asta, risulta avere una fronda di alloro nella zampa destra ed uno scettro sulla sinistra se la bandiera è vista sventolare verso destra (disegno in alto). Se invece la bandiera sventola verso sinistra (disegno in basso) l’alloro è impugnato sulla sinistra e lo scettro sulla destra.

CURIOSITÀ

Anche nella bandiera della Marina Militare Italiana che sventola su un’asta non è facile distinguere con quale zampa il Leone di Venezia impugna la spada.
Destra o sinistra?🤔

SE si guarda la bandiera sventolare (garrire) verso destra, nello stemma i vessilli di Genova e Pisa sono sulla destra (in araldica nel 2° e 4° ‘quarto’) e quelli di Venezia e Amalfi a sinistra (nel 1° e 3° ‘quarto’ rispettivamente). Inoltre il leone di Venezia impugna la spada con la zampa destra.

SE, invece, osserviamo la bandiera garrire verso sinistra i ‘quarti’ dello stemma appaiono invertiti e il leone di Venezia, sempre rivolto verso l’asta, impugna la spada con la zampa sinistra !

Si tratta, anche in questo caso, di uno stemma non identico per i due lati e dunque anche la bandiera della Marina Militare NON È SIMMETRICA!
Presenta cioè la particolarità di un recto (diritto) e un verso (rovescio),….. come le monete!

Cieli sereni
PG




Il Faro di Colombo

Siamo alla vigilia dell’arrivo a SANTO DOMINGO
Questa notte potrebbe essere avvistato, a distanza, il famoso Faro di Colombo (Faro a Colón)

IL FARO DI COLOMBO
Non si tratta di un faro a torre cilindrica, come spesso siamo abituati a vedere, ma di un monumento a forma di croce latina che ricorda la cristianizzazione delle Americhe.
Costruito nel 1992, misura circa 800 metri di lunghezza per 36 di altezza.

Quando il faro è acceso proietta verso il cielo una luce a forma di croce che può essere vista fino a 35 miglia (!) di distanza.

All’interno del faro vi sono mostre di diversi paesi del mondo e sale per esposizioni temporanee e per conferenze. È presente anche un sacrario che si dice contenga i resti di Cristoforo Colombo, ma vi sono polemiche in proposito, dato che gli Spagnoli hanno dimostrato, mediante analisi genetiche, che i resti, (almeno una parte), del grande navigatore, si trovano nella cattedrale di Siviglia.

CURIOSITÀ
L’enorme potenza impiegata dal faro a volte provoca problemi di mancanza di corrente elettrica nei quartieri vicini e per questo viene acceso solo in occasioni speciali.

Cieli Sereni
PG




L’Astrolabio di Amerigo Vespucci – 23 agosto 1499

Amerigo Vespucci, durante il suo secondo viaggio verso quelle che sarebbero state poi chiamate, in suo onore, le Americhe, osservando il cielo e il movimento degli astri, la notte del 23 agosto 1499, ha l’idea di misurare, lo spostamento (angolo) tra la Luna e Marte, ricavando un valore che, rapportato a 360°, al perimetro terrestre, (allora calcolato da Tolomeo di 6000 leghe), nonché al meridiano di riferimento di allora, gli consentì di ottenere il punto nave con una grande precisione.
Astronomi e cosmografi dell’epoca e delle epoche successive riconobbero che il metodo delle distanze lunari di Amerigo Vespucci aveva risolto il problema del calcolo della longitudine in mare che aveva fino ad allora assillato, (e lo avrebbe ancora fatto per due secoli) tutti i navigatori.

Nella figura (ottenuta con un programma astronomico) è simulata la disposizione della Luna e di Marte proprio alla mezzanotte di quel fatidico giorno: la misura dell’angolo tra la Luna e Marte probabilmente fu effettuata con un astrolabio, il progenitore dei più moderni sestanti.
Rimaniamo in attesa che il comandante Bitta condivida le curiosità di questo metodo.

Cieli sereni
PG




Mercoledì 23 agosto 2023 – La Fossa di Porto Rico e l’anomalia gravitazionale

18° giorno di mare.
Nave Vespucci sta navigando sulla Fossa di Porto Rico.

LA FOSSA DI PORTORICO

È la più grande e la più profonda dell’Oceano Atlantico, avendo una lunghezza di 1.800 km e una larghezza di 100 km; il suo punto più profondo, chiamato Abisso Milwaukee, si trova ad una profondità di circa 8.300 metri sotto il livello del mare: una profondità quasi uguale all’altezza del Monte Everest!
L’abisso prende il nome dall’incrociatore americano USS Milwaukee, che il 14 febbraio 1939 registrò con il suo scandaglio, il punto più profondo dell’Oceano Atlantico.

Geologicamente, la fossa segna una parte del confine fra la placca nordamericana e quella caraibica. Quest’ultima sta sprofondando lentamente al di sotto della prima, per un processo chiamato subduzione.

Che succede quando ci si trova sopra il punto più profondo dell’Atlantico?

Premessa:
Tutti gli uomini, gli animali, le piante e gli oggetti sulla Terra sono sottoposti ad una accelerazione che li attrae verso il centro del pianeta: la gravità.
Per questo parametro è fissato un valore convenzionale, pari a
9,8 m/s² ma l’effettiva accelerazione che la Terra esercita su un corpo varia al variare del luogo in cui questa è misurata.

Un’ anomalia gravitazionale è la differenza tra il valore misurato dell’accelerazione di gravità e il corrispondente valore teorico calcolato su un modello del campo gravitazionale del nostro pianeta ipotizzato con una massa uniformemente distribuita al suo interno e perfettamente sferico.

Una anomalia positiva indica un valore effettivo di gravità superiore a quello previsto dal modello teorico, suggerendo la presenza di un ‘esubero’ di massa al di sotto della superficie terrestre; al contrario, una anomalia negativa è indice, invece, di un valore inferiore al previsto, dovuto a un ‘deficit’ di massa subsuperficiale, (come appunto le zone di subduzione delle placche).

L’ ANOMALIA GRAVITAZIONALE DI PORTO RICO

Sulla fossa di Porto Rico, l’anomalia di gravità risulta avere un elevatissimo valore negativo (- 380 milliGal), la più grande in assoluto sulla Terra.
Il segno negativo indica che, un corpo risulta pesare di meno in quel punto che non in qualsiasi altro luogo della Terra.

A questo punto c’è da domandarsi: l’equipaggio del Vespucci sentirà questa… leggerezza ?

Cieli sereni
PG




La “Fiamma” – 16° giorno di navigazione in Atlantico per Nave Vespucci

LA FIAMMA

La FIAMMA è una sottile bandiera tricolore che Nave Vespucci, come tutte le navi della Marina Militare, usa mantenere a riva.
E’ l’ “insegna di comando” issata all’albero di maestra (nel punto più alto) e NON VIENE MAI AMMAINATA. La sua lunghezza e’ proporzionale ai giorni di permanenza in mare e, per tradizione, è donata al Comandante alla fine del suo periodo di comando.

In passato, alla fine di una missione, era usanza esporre in testa d’albero un nastro blu e bianco a bande orizzontali lungo un millimetro per ogni miglio percorso: 3000 miglia davano perciò diritto a un nastro di tre metri! 50000 miglia …50 metri !!!

Cieli sereni
PG




Mercoledì 16 agosto 2023 – Coltellacci, Coltellaccini e Scopamare

9° giorno di navigazione del Vespucci in rotta verso Santo Domingo

GLI “SCOPAMARE”
Gli SCOPAMARE sono vele rettangolari o trapezoidali aggiuntive, che il Vespucci può issare lateralmente a entrambe le estremità del pennone di trinchetto (o di maestra).
Sono dette vele di “bel tempo” e sono impiegate con vento largo per aumentare la velocità.

CURIOSITÀ
Fanno parte delle vele “di bel tempo” anche le seguenti:
COLTELLACCI
Vele trapezoidali, che si aggiungono ai due lati delle vele di media altezza per accrescerne la superficie.
COLTELLACCINI
Analoghi al coltellaccio, si aggiungono ai lati delle vele ancora più alte.

Cieli sereni
PG




Giovedì 10 agosto 2023 – 5° giorno di navigazione in Atlantico, con le “Lacrime di San Lorenzo”

In questa notte, e in quelle a venire, il nostro equipaggio non potrà mancare
all’ appuntamento con le “stelle cadenti” di agosto

LE LACRIME DI S. LORENZO

Si tratta dei resti della cometa Swift-Tuttle (dal nome dei suoi scopritori), che ha seminato nello spazio cosmico, questi piccoli “sassi ghiacciati”.
Questa cometa orbita nello spazio e rientra nel nostro sistema solare ogni 130 anni: l’ultima volta è stato nel 1992.
La ”pioggia di stelle” avviene perchè ogni anno la Terra attraversa la scia di polveri lasciata dalla cometa sul proprio percorso .

Il “radiante”, cioè la zona da cui tali “stelle” apparentemente provengono, è la costellazione di Perseo (per questo chiamate PERSEIDI) che si trova in direzione Nord-Est a oltre 60° di altezza nelle ore prima dell’alba.
È facile da individuare trovandosi proprio sotto Cassiopea, la costellazione riconoscibile per la sua tipica forma a “W”.

LE PERSEIDI

Le Perseidi si verificano ogni anno tra la metà di luglio e la fine di agosto. Quest’anno la pioggia di meteore potrà essere osservata in qualsiasi notte dal 14 luglio al 24 agosto ma il numero massimo di meteore è previsto per il 13 agosto.
Al suo picco, la pioggia può produrre anche 100 meteore all’ora.

Inoltre, il 16 agosto, si verificherà la Luna Nuova 🌑, quindi la settimana intorno a questa data sarà perfetta per le osservazioni, dato che le meteore sono più visibili nel cielo scuro senza luna.

Cosa sono le “stelle cadenti”?
In realtà, non sono stelle: si tratta di meteoriti che impattano nell’ atmosfera a 60 Km al secondo ovvero circa 210.000 km orari (!). Il calore prodotto dall’attrito fa sì che i meteoriti si infiammino e si sfaldino prima di raggiungere la Terra: ecco perché vediamo una scia luminosa.

Il nome popolare dello sciame deriva dalla ricorrenza del martirio di San Lorenzo, avvenuto il 10 agosto del 238, le cui lacrime sono nella tradizione riconducibili a queste “stelle cadenti”.

Cieli sereni e auguri ai ‘Lorenzo’ e alle ‘Lorenza’

PG




La traversata atlantica del Vespucci e le “onde tropicali” – 7 agosto 2023

Il Vespucci ha lasciato le Isole di Capo Verde, e si appresta ad effettuare la traversata atlantica verso Santo Domingo: 2.680 miglia nautiche, circa 5.000 chilometri !

COME NEL TERZO VIAGGIO DI CRISTOFORO COLOMBO

I quattro viaggi di Colombo (vedi immagine) seguirono rotte simili ma non identiche. La terza scese molto più a Sud-Ovest passando proprio da Capo Verde dopo aver toccato Madeira e le Canarie.

LE ONDE TROPICALI

Nei prossimi giorni il Vespucci dovrà navigare anche su un altro tipo di onde: le ONDE TROPICALI.
Le onde tropicali non sono onde di mare ma perturbazioni di aria (basse pressioni), che scorrono periodicamente in sequenza (una media di 5 al mese) da Est verso Ovest, lungo la fascia tropicale dell’Oceano Atlantico. Queste basse pressioni (vortici antiorari 🔄) sono anche chiamate, per la latitudine alla quale si generano, cicloni tropicali.
A volte, soprattutto tra giugno e settembre, degenerano in forti perturbazioni🌩️, fino a raggiungere la forza di uragano🌪️ ed abbattersi sulle isole del Mar dei Caraibi, proprio dove sta dirigendo la nostra nave.

✍️
Dall’immagine satellitare in calce, ricevuta questa notte, si nota che un vortice si trova ben al di sotto della rotta del Vespucci (linea tratteggiata): per le prossime 24 ore, dunque, il rischio di forti perturbazioni è quasi nullo.
👌

Buon vento e cieli sereni
PG




Domenica 6 agosto 2023 – I Capoverdiani sono i più belli del Mondo?

Dalla ‘nave più bella del mondo’ in porto a Capo Verde

I PIÙ BELLI DEL MONDO

La prestigiosa rivista PLOS Genetics ha pubblicato i risultati di una ricerca scientifica relativa alla popolazione capoverdiana e alle sue caratteristiche somatiche. Lo studio è stato condotto su un campione di 700 individui e su un milione di marcatori molecolari: le conclusioni sono state che la popolazione di Capo Verde presenta caratteristiche uniche dato il livello di mescolanza assolutamente straordinario tra Europei e Africani.
Si riscontra l’intera gamma possibile di pigmentazione della pelle e anche del colore degli occhi ed in generale anche i tratti somatici appaiono la migliore sintesi tra caratteristiche europee e africane.
Molti ritengono, forse a ragione, che la bellezza capoverdiana non abbia pari nel mondo; qualcuno replicherebbe “de gustibus” ma considerata tale straordinaria varietà è il caso di affermare che ce n’è, praticamente,… per tutti i gusti.
(da quotidiano punto net)

Cieli sereni
PG




Sabato 5 agosto 2023 – Praia di Capo Verde

In porto a Praia di Capo Verde

Antonio DA NOLI, fu un navigatore genovese al servizio del Portogallo, nato nel 1419.
A trenta anni, partì da Genova con il fratello e il nipote, con tre galee di sua proprietà, e si recò in Portogallo per ottenere l’appoggio di Enrico il Navigatore che gli permise di navigare lungo le coste atlantiche dell’Africa e scoprire alcune isole (quelle più a Nord) dell’arcipelago di Capo Verde, come dimostra un documento del 1462 firmato da Alfonso V, re del Portogallo.

LA LEGGENDA DI ANTONIO DA NOLI
Un’antica leggenda narra che Antonio Da Noli lasciò Genova per ragioni… di cuore.
Si legge che fosse innamorato di una bellissima ragazza genovese. La giovane ricambiava il suo amore, ma essendo di ceto più elevato, i genitori di lei non acconsentivano al matrimonio.

Con il cuore spezzato, Antonio decise di partire per cercare di dimenticarla. Fu così che si dedicò anima e corpo alle esplorazioni scoprendo in Africa molti luoghi ancora sconosciuti. Ma, per quanto le sue spedizioni avessero successo, non riusciva a dimenticare la sua bella innamorata genovese.

Un giorno Antonio, mentre si trovava su un’isola di Capo Verde, avvistò insieme al suo equipaggio una nave in difficoltà, che stava per affondare. Riuscì a salvare tutti, e scoprì con grande felicità che, a bordo di quella nave, si trovava niente meno che la sua innamorata, scappata da Genova, per andare a cercarlo.
Naturalmente quando la coppia tornò a Genova, i genitori della ragazza, così contenti che la loro figlia fosse tornata sana e salva, acconsentirono alle nozze.

Il navigatore genovese Antonio da Noli ha dato il nome ad una nave della Regia Marina italiana affondata il 9 Settembre 1943 nelle Bocche di Bonifacio.
La Flotta da Battaglia italiana fu attaccata dai tedeschi poche ore dopo l’annuncio dell’armistizio: il Cacciatorpediniere Antonio Da Noli salta su un campo minato nel tentativo di disimpegnarsi dal fuoco tedesco proveniente dalle batterie della Corsica.
Affonda, a circa 5 miglia a ponente del faro di Pertusato, dividendosi in due tronconi.
Nel settembre del 2009 il relitto del Da Noli è stato individuato su un fondale di circa 90 metri.

Il motto della nave era, Prendimi teco a l’ultima fortuna, un verso tratto dalla tragedia La Nave di Gabriele D’Annunzio.

Cieli sereni
PG