9 marzo 1454 – nasce Amerigo Vespucci

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…il 9 marzo 1454

Il 9 marzo 1454 nasce a Firenze Amerigo Vespucci, navigatore, esploratore consapevole della scoperta dell’America.
“Arrivai alla terra degli Antipodi, e riconobbi di essere al cospetto della quarta parte della Terra.
Scoprii il continente abitato da una moltitudine di popoli e animali, più della nostra Europa, dell’Asia o della stessa Africa.”

Amerigo Vespucci, proveniente da un’antica famiglia nobiliare di Firenze originaria di Peretola, ripercorse le terre scoperte da Colombo nei primi anni del ‘500. Nei suoi primi due viaggi fu al servizio dei Re Cattolici di Spagna, negli ultimi due del Portogallo.
Fu il primo a intuire, durante i suoi viaggi nel Nuovo Mondo, di trovarsi in presenza non di una parte dell’Asia, come aveva ritenuto Cristoforo Colombo, ma di un vero e proprio continente.

CURIOSITÀ

Perchè l’America si chiama… America?

Nel 1507 il cartografo tedesco Martin Waldseemüller, nella sua Carta Universalis Cosmographia,
per indicare il territorio del nuovo continente, stampò per primo il nome “America” in onore di Amerigo Vespucci (Americus Vespucius).

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La Cometa “flop-Kohoutek” – 7 marzo 1973

Il 7 marzo 1973 una nuova cometa venne osservata dall’astronomo ceco Luboš Kohoutek da cui prese il nome.
Dopo l’avvistamento, man mano che la cometa si avvicinava verso la nostra stella, gli astronomi si entusiasmarono per lo spettacolo tanto atteso da soprannominarla la “cometa del secolo“.
Al suo perielio (punto più vicino al Sole), calcolato per il successivo 26 dicembre, la cometa avrebbe dovuto mostrare tutto il suo spettacolo per l’evaporazione dei materiali ghiacciati di cui era composta.
In realtà, la cometa divenne un vero e proprio flop: diventò più brillante nelle sere successive al transito ma ben al di sotto delle aspettative.
Fortunatamente le aspettative tradite riguardarono anche le sventure che, si pensò, avrebbe dovuto portare ma che non si verificarono.

CURIOSITÀ
La cometa venne anche osservata dall’equipaggio dello Skylab 4 diventando così la prima cometa ad essere fotografata da una navicella spaziale.

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L’Isola di Guam…o Isola “dei ladroni”, 6 marzo 1521.

Il 6 marzo del 1521 il navigatore portoghese Ferdinando Magellano (1480-1521) durante il suo viaggio intorno al mondo, scopre l’Isola di Guam, una terra nell’Oceano Pacifico da lui chiamata “l’Isola dei ladroni” per un tentativo di furto da parte degli indigeni dell’isola.

Guam è un’isola che si erge a strapiombo sulla Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico tra le Filippine e le Hawaii.
Fa parte di una miriade di piccolissime isole che costituiscono la Micronesia, così chiamate dall’unione di due parole del greco antico: “mikros” (μικρός = piccolo) e “nesos” (νῆσος = isola).

CURIOSITÀ
Nel 1950 Guam è stata dichiarata “Territorio non incorporato degli Stati Uniti”, come le Isole Vergini, Samoa o Portorico.
I suoi abitanti sono a tutti gli effetti cittadini Usa anche se il territorio non fa parte dei 50 Stati della federazione.

Proprio a Guam, nel 1972 si arrese l’ultimo soldato giapponese, Shoichi Yokoi, dato per disperso ma che era rimasto nascosto in una grotta per 28 anni.

La bandiera di Guam ha al centro uno stemma a mandorla che raffigura la baia della capitale Hagåtña. Il vessillo, adottato il 9 febbraio 1948, può essere esposto ufficialmente solo assieme alla bandiera degli Stati Uniti d’America.

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4 marzo 1943

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… il 4 MARZO 1943

🎼 Dice che era un bell’uomo e veniva dal mare… 🎶

“4 marzo 1943” è una delle canzoni più amate di Lucio Dalla.
In origine doveva chiamarsi “Gesubambino” ma, per colpa della censura, per poter gareggiare al Festival di Sanremo del 1971, prese come titolo la data di nascita del cantante.
La copertina del disco raffigura il porto di Manfredonia: una foto in bianco e nero del luogo dove Lucio Dalla trascorse le sue vacanze estive da bambino e da adolescente. Una freccia indica la casa dove il cantautore alloggiava con la sua mamma.

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Ascoltiamo la canzone
☺️
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Invicti

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…il 3 marzo 1977

Quel giorno, in occasione di un volo di ambientamento su un velivolo della 46^ Aerobrigata di Pisa che si schianta contro la sommità del Monte Serra, perdono la vita 38 allievi del primo anno dell’Accademia Navale di Livorno.
Nella sciagura periscono, oltre ai cadetti, anche l’ufficiale accompagnatore e i cinque membri dell’equipaggio dell’Aeronautica Militare.

L’evento segnò particolarmente gli allievi del corso Invicti che decisero, al rientro della campagna addestrativa sul Vespucci, di disegnare, come da tradizione, la bandiera del corso inserendovi elementi che richiamavano quella tragedia ed i compagni caduti.

La bandiera, su fondo azzurro, presenta al centro una spada e una stella. Alla destra vi è una Lira greca a metà, (Vega è il nome di una stella della costellazione della Lira ed anche il nominativo radio del C-130 coinvolto nell’incidente), a rappresentare la parte del corso che perì nella sciagura del Monte Serra. A sinistra, invece, vi è la prora di una Nave che simboleggia la restante parte del corso in navigazione su nave Vespucci. La lira e la prora sono unite tra loro, a simboleggiare il legame indissolubile tra tutti gli appartenenti al corso.

RIP
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La Bandiera della Lettonia

27 FEBBRAIO 1990: in Lettonia viene ripristinata la bandiera in uso prima dell’annessione all’Unione Sovietica.

La bandiera lettone è composta da due bande orizzontali di colore rosso scuro di uguale dimensione, separate al centro da una striscia bianca più sottile (larga la metà delle due bande rosse): il rosso rappresenta il sangue versato per la libertà e l’indipendenza, il bianco rappresenta il diritto e la verità.
La particolare tonalità di rosso, è nota anche come “rosso lettone”.

Questi colori furono definiti per la prima volta quando la Lettonia divenne indipendente il 18 novembre 1918 ma, nel 1940, con l’annessione all’Unione Sovietica, la bandiera fu sostituita con quella della repubblica sovietica lettone. In tale versione la parte superiore era identica alla bandiera dell’Unione Sovietica, mentre quella inferiore raffigurava un’onda di colore blu, evidenziata da un contorno bianco.

Con la ritrovata indipendenza il 27 febbraio 1990 venne riadottata la bandiera nazionale originale. 🇱🇻

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Anita e Carolina, 2 marzo 1848

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2 marzo 1848

A bordo del CAROLINA (vedi immagine) Anita Garibaldi giunge a Genova assieme ai figli Teresita (3 anni) e Ricciotti (1 anno). Si erano imbarcati a Montevideo per raggiungere, poi, Nizza ed essere ospitati dalla madre di Garibaldi.
Il generale raggiungerà Anita, imbarcandosi su un altro bastimento, qualche mese più tardi.

IL CAROLINA

Già dal 1818, anche in Italia, le navi con motrici a vapore e propulsione a pale avevano iniziato a solcare il mare per servizi commerciali.
Tra questi il CAROLINA costruito in legno nello ‘squero’ Panfilli di Trieste, lo stesso cantiere che dieci anni dopo avrebbe costruito il “Civetta”, primo esperimento di nave ad elica.
Il “Carolina”, lungo circa 22 metri, aveva un albero per la vela, e a centro nave, in corrispondenza della caldaia e delle pale un altissimo fumaiolo, caratteristica questa che resterà quasi immutata per più di un secolo per tutti i piroscafi (tecnicamente chiamate navi con motrice a vapore e caldaie alimentate a carbone), e che avrà la funzione di non far cadere sul ponte della nave eventuali residui di combustione del carbone.
Il 4 dicembre 1818 il “Carolina” era partito da Trieste e arrivato a Venezia in 22 ore!
Con i parametri odierni potremmo sorriderne, ma al tempo, lo stesso viaggio via terra (in diligenza) durava più di 24 ore ma i bagagli e le merci al seguito dovevano essere quelli strettamente indispensabili e il numero dei viaggiatori estremamente limitato. Questo nuovo mezzo navale poteva imbarcare decine e decine di persone, bagagli e tonnellate di merci.
La vita a bordo era sicuramente più agevole che stretti in una carrozza, a bordo si può dormire e mangiare, rendendo inutili le fermate di posta per il riposo dei viaggiatori e dei cavalli.
Anche a bordo del “Carolina” c’erano imbarcati 10 “cavalli”…
Ma erano cavalli meccanici, ovvero la misura, a quel tempo, della potenza di un motore [1 cavallo (CV), in inglese HP (Horse Power) = la forza necessaria per sollevare ad 1 metro 75 kg in 1 secondo]. Così la mancanza di vento, che bloccava nei porti le navi, non fu più un problema e il mondo del commercio mondiale si aprì a nuovi orizzonti.

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La fine della Lira…28 febbraio 2002!

Con l’introduzione dell’ Euro, il 28 febbraio 2002, cessò di avere corso legale la Lira, valúta dello Stato sin dal 1861, anno della proclamazione del Regno d’Italia.
La parola “lira” deriva dal vocabolo latino libra (bilancia) che indicò inizialmente un’ unità di peso, ma acquistò il significato di unità monetaria, poiché le monete erano coniate in metallo prezioso e il loro valore era determinato dal loro peso.

CURIOSITÀ
Non sono mai state coniate o stampate dalla Banca d’Italia monete o banconote in lire intitolate ad Amerigo Vespucci !
Invece sono circolate banconote (da 5000 lire), dedicate a Cristoforo Colombo. Come molti ricorderanno, furono emesse due serie, la prima nel 1964 e la seconda nel 1971.
Le banconote del 1971 riportavano, in filigrana, il ritratto di un altro navigatore, Giovanni da Verrazzano, in sostituzione di quello di Galileo Galilei della serie precedente.

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C’era una volta…il 30 FEBBRAIO ?

Scopritelo leggendoci attentamente! Il 30 febbraio non esiste nel nostro calendario! Il mese di febbraio ha 28 giorni (29 negli anni bisestili), ma non tutti sanno che, nella storia, un 30 febbraio è esistito!

LO STRANO CASO DEL…
30 FEBBRAIO!

Nel 1582, per correggere l’approssimazione del precedente calendario giuliano, stabilito nel 46 a. C. da Giulio Cesare, entrò in vigore il calendario gregoriano: in quell’anno, a giovedì 4 ottobre (giuliano) fece seguito venerdì 15 ottobre (gregoriano).
Ciò avvenne in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, e successivamente negli altri Paesi cattolici.
I Paesi protestanti, invece, non adottarono il nuovo calendario “imposto dal Papa” e vi si uniformarono solo in epoche successive.

IL CASO DELLA SVEZIA 🇸🇪

L’Impero svedese passò dal calendario giuliano a quello gregoriano nel 1699.
Per recuperare i 10 giorni di anticipo del calendario gregoriano su quello giuliano, fu deciso inizialmente di eliminare gli anni bisestili (già previsti nel c. giuliano) dal 1700 al 1740, recuperando così un giorno ogni 4 anni; nel giro di 40 anni, precisamente il 1 marzo 1740, il calendario svedese si sarebbe così ‘riallineato’ con quello gregoriano.

Si iniziò quindi con l’eliminare il 29 febbraio del 1700, ma, negli anni successivi, il piano non fu applicato perché il Paese era impegnato nella guerra con la Russia.
Così, sia il 1704 sia il 1708, furono riconsiderati bisestili, ritornando di fatto al vecchio calendario giuliano.
Ma rimaneva un problema: c’era da recuperare il giorno saltato nel 1700.
Si stabilì dunque che nel 1712 venisse aggiunto a febbraio un secondo giorno, oltre a quello dovuto perché quell’anno era bisestile. Così, nel calendario svedese del 1712, febbraio ebbe 30 giorni !
Per la cronaca, la Svezia passò definitivamente al calendario gregoriano nel 1753, ‘saltando’ i giorni dal 18 al 28 febbraio.

IL CASO SOVIETICO 🇷🇺

Dal 1 ottobre 1929 l’Unione Sovietica iniziò a utilizzare il Calendario rivoluzionario sovietico, molto simile al Calendario rivoluzionario francese. Ogni mese aveva 30 giorni e i rimanenti 5 giorni (6 negli anni bisestili) erano festività senza mese. Quindi nel 1930 e nel 1931 ci fu un 30 febbraio !. Dal 1932 i mesi ripresero la loro originale lunghezza.

Buon venerdì 1 marzo e
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La Luna piena della neve. E non solo…

LA LUNA PIENA DELLA NEVE❄️

Oggi, 24 febbraio, la Luna raggiungerà la sua fase di pienezza alle 13.30 circa, ora italiana: il nostro satellite sarà posizionato davanti alla costellazione del Leone ma non sarà possibile osservarla in quel momento preciso perchè ancora sotto l’orizzonte: dovremo così aspettare il crepuscolo serale per vederla sorgere (immagine).

Questa Luna piena sarà una “Microluna”, la prima del 2024. È così chiamata quando la ‘pienezza’ coincide con il suo passaggio in apogeo, ossia nel punto della sua orbita più lontano dalla Terra, a circa 400000 km (la distanza media é di circa 384000).
Ciò significa che ai nostri occhi la Luna apparirà un po’ meno grande (7%) e meno luminosa (14%) del solito.

Nel nostro emisfero siamo in pieno inverno e può capitare che nevichi. Per questo la luna piena di febbraio è tradizionalmente chiamata la Luna della Neve.
Le tribù indiane del Nord America la chiamavano anche Luna della Fame poichè in questa stagione la caccia diventava difficoltosa.
La luna piena di febbraio ha anche altri nomi secondo le diverse culture. Eccone alcuni:

Cinese: Luna dei Germogli
Celtico: Luna del Ghiaccio
Creek: Luna dell’Aquila

Nell’emisfero Sud, dove adesso è estate, è chiamata Luna del Grano, Luna dell’Orzo, Luna Rossa, Luna del Segugio.

Ecco di seguito gli orari (di Roma) per osservare la Luna piena:

Oggi (sabato) 24 feb, sorgerà alle 17.53 e tramonterà domani, domenica, alle 07.09;

Domani domenica 25 feb, sorgerà alle 18.54 e tramonterà lunedì 26 mattina alle 07.29;

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