Il Capo di Buona Speranza, 3 febbraio 1488

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3 febbraio 1488

Il navigatore portoghese Bartolomeo Diaz sbarca nella Baia di Mossel dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza, l’estremità meridionale dell’Africa. Diviene così il primo europeo noto a essersi spinto così a sud.

Nel 1486 il re Giovanni II incaricò Diaz di calcolare la vera estensione del continente africano e di cercare una nuova via per le indie. In quel tempo le spezie orientali quali il pepe, i chiodi di garofano, la noce moscata, zenzero, erano sotto il controllo dei commercianti arabi, persiani, turchi e veneziani e questo faceva salire il prezzo di quelle merci.
Ebbe così inizio la ricerca della “Rotta delle Spezie”: nell’Agosto del 1487 a bordo della Sao Cristovao e con altre due navi il capitano Bartolomeo Diaz salpò da Lisbona. Navigando in direzione sud lungo la costa occidentale del continente africano. Dopo circa cinque mesi giunse in vista delle coste dell’attuale Sud Africa dove però s’imbatte in una tempesta che gli fece perdere la rotta. Non vedendo più terra a est decise allora di navigare verso nord. Fu cosi che oltrepassò la punta dell’Africa, era un venerdì, il 3 febbraio 1488 e la sua intuizione si rivelò giusta scoprendo nuove baie lungo la costa orientale per circa 500 miglia fino alla baia di Algoa.
Decise poi di rientrare in patria e quando ripassò in prossimità della punta estrema del continente vide un promontorio oltre il quale non si estendeva nulla a sud: lo nominò Capo delle Tempeste e vi fece costruire una croce in ricordo dell’ impresa. In seguito il re ribattezzò quel punto Capo di Buona Speranza come buon auspicio per raggiungere le indie. Nel dicembre del 1488, dopo sedici mesi, Bartolomeo Diaz fece ritorno in Portogallo.
Nel 1497 Diaz fu incaricato di accompagnare Vasco da Gama fino al punto dove lui arrivò per poi tornare indietro. L’ultimo viaggio lo fece nel 1500 per accompagnare Pedro Alvares Cabral sulla rotta verso il nuovo mondo ma proprio nelle vicinanze del Capo di Buona Speranza, una tempesta affondò la nave di Diaz e lì morì.

Cieli sereni
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I giorni della Merla…

I GIORNI DELLA MERLA
Secondo la tradizione gli ultimi tre giorni di Gennaio (29, 30 e 31) sono detti “I GIORNI DELLA MERLA” e si tramanda che siano i giorni più freddi dell’anno.
Sul motivo per cui questi giorni siano chiamati così esistono diverse leggende.
Si racconta che una merla, insieme ai suoi pulcini, per ripararsi dal freddo, durante gli ultimi giorni di gennaio, si nascosero dentro ad un comignolo.
Il primo giorno di febbraio, usciti fuori, si ritrovarono tutti grigi per la fuliggine e da allora si cominció a definire i ‘giorni della merla’ come i più freddi dell’anno e a motivare la differenza nei colori tra la femmina (grigia) e il maschio (nero) del merlo.

Un’altra storia è quella in cui sempre una merla decise di fare provviste per quei giorni durante i quali, l’anno precedente, aveva sofferto. Un gennaio molto rigido, infatti, le aveva recato non poche sofferenze e così decise che facendo una buona scorta di cibo sarebbe potuta restare sicura al caldo fino alla fine del mese.
Quando uscì pensò finalmente di aver scampato quei giorni più freddi e iniziò a cantare felicemente deridendo quel Gennaio tanto crudele. Gennaio però, che prima aveva 28 giorni, si risentì e decise di scatenare l’inverno chiedendo a Febbraio tre giorni di intenso gelo.
La merla dovette di nuovo ripararsi e quando il 1 Febbraio tornò allo scoperto dopo che il freddo se ne era andato, lei si ritrovò le piume grigie per sempre.

In passato, si osservavano le condizioni meteorologiche di questi 3 giorni e si diceva che il tempo del giorno 29 rispecchiava le condizioni dello stesso mese di gennaio ormai al termine; quelle del giorno 30 indicavano le condizioni previste per il mese di febbraio; infine le caratteristiche del 31 anticipavano l’andamento del successivo mese di marzo.
In sintesi la previsione era che, se i Giorni della Merla erano freddi, la primavera sarebbe stata bella, se caldi, la primavera sarebbe arrivata in ritardo. A questo proposito un antico proverbio recitava Dolce invernata, poca derrata.

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23 gennaio 1960 – il batiscafo Trieste scende sul fondo della Fossa delle Marianne!

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23 gennaio 1960

Il batiscafo TRIESTE scende sul fondo della Fossa delle Marianne conseguendo il record umano di profondità sotto il livello del mare: 10916 metri!
A bordo ci sono l’oceanografo svizzero Jacques Piccard e lo statunitense Don Walsh.
Il record sarà eguagliato solo dopo 52 anni quando il regista canadese James Cameron effettuerà la discesa in solitaria a bordo del batiscafo Deepsea Challenger.
Altri due scafi, ma senza equipaggio, avevano raggiunto nel frattempo la stessa profondità: si tratta del giapponese Kaiko (1995 e il 1998) e lo statunitense Nereus (2009).
Il Trieste fu costruito nei cantieri italiani dell’allora Territorio Libero di Trieste.
Progettato in Svizzera da Auguste Piccard (il padre di Jacques), il battello fu al servizio della marina militare degli Stati Uniti d’America dal 1958 al 1971.
Si trattava di un mezzo di nuova concezione, con sfera di zavorra solidale allo scafo, collegato alla nave appoggio e in grado di ospitare due membri d’equipaggio.

CURIOSITÀ
La parte più profonda degli oceani, nota come “Challenger Deep”, è situata al largo della costa meridionale del Giappone. La “trincea” è così profonda che se l’Everest si trovasse sul fondo del mare, la sua cima sarebbe ancora più di 2000 metri sotto la superficie.
Il Trieste, in disarmo dal 1966, è esposto al Museo Navale di Washington.
( Bitta scripsit XXIII I MMXXII)

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James Cook, e le isole Sandwich/Hawaii

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18 gennaio 1778

Quel giorno James Cook diviene il primo europeo a visitare le Isole Hawaii.🌴🌺
Dopo lo sbarco iniziale nel porto diH Waimea, Kauai, Cook denominò l’arcipelago Isole Sandwich in onore del quarto conte di Sandwich, il primo Lord dell’Ammiragliato in carica a quel tempo.

CURIOSITÀ
Gli uomini di Cook osservarono che gli abitanti parlavano una variante del familiare linguaggio polinesiano a loro già noto dai precedenti viaggi nel Sud Pacifico. Cook fu anche il primo europeo a notare e descrivere la pratica del SURF !🏄‍♂️

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Il galletto svita/avvita

Un galletto che non canta ma si avvita !🐓

Continua la rassegna delle attrezzature di bordo dai nomi un po’ curiosi che rimandano al mondo animale.
Un GALLETTO è un dado munito di un anello superiore o di due protuberanze laterali per essere stretto a mano. Se ne trovano a bordo di varie forme e misure e sono montati su portelli, oblò e simili.

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29 dicembre 1911, indipendenza della Mongolia. Il suo simbolo: il Sojombo.

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… il 29 DICEMBRE 1911

Il 29 dicembre è la festa nazionale della MONGOLIA in memoria del giorno dell’indipendenza dalla Dinastia Qing, nel 1911.
La Mongolia (ᠮᠣᠩᠭᠣᠯ ᠤᠯᠤᠰ in scrittura mongola) ha una bandiera composta da tre bande verticali di uguali dimensioni: una centrale blu, colore nazionale, che rappresenta il cielo, e due laterali di colore rosso.
Al centro della banda rossa sul lato del pennone, in giallo, è posto l’emblema nazionale, il Sojombo – una disposizione di elementi astratti che rappresentano Fuoco, Sole, Luna, Terra, Acqua e il simbolo dello Yin-Yang.

Il Sojombo è un simbolo speciale della scrittura mongola inventata dal monaco Zanabazar nel 1686. Il nome, che deriva dal sanscrito, significa “creato da sé”.
Si compone di dieci motivi astratti e geometrici ai quali viene attribuito il seguente significato:

Il FUOCO (🔥): è un simbolo di ricchezza e di successo. Le tre lingue della fiamma rappresentano il passato, il presente e il futuro.

Il SOLE (●) e la LUNA (☽): antichi simboli che rappresentano il cielo padre e, quindi, l’origine del popolo mongolo.

Due TRIANGOLI (▼), simili all’estremità di una freccia o di una lancia, puntano verso il basso per indicare la sconfitta dei nemici.

Due RETTANGOLI ORIZZONTALI (▬) rappresentano l’onestà e l’equità per il popolo mongolo, sia che si trovi ai vertici sia che occupi la base della società.

Il simbolo TAIJITU (☯), noto anche come Yin e Yang, illustra la reciproca complementarità tra uomini e donne.

Due RETTANGOLI VERTICALI (▮▮) sono interpretabili come le mura di una fortezza. Rappresentano unità e forza e si basano sul proverbio mongolo: “L’ amicizia reciproca è più forte dei muri di pietra”.

Il Sojombo, nel suo insieme, rappresenta dunque l’immutabilità e la costanza: il simbolo nazionale della libertà e dell’indipendenza.
🇲🇳

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Deutschland

Cliccando sul castello….si vince una bella galleria di immagini, in continuo aggiornamento! Per ora abbiamo superato il centinaio… 😉

Ludwig's toy #3



13 dicembre – Santa Lucia, davvero il giorno più corto che ci sia?

SANTA LUCIA, È IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA ?

Tutti conoscono questo detto riferito al 13 dicembre come il giorno (arco diurno) più breve dell’anno: quando si registra il minimo intervallo di tempo tra l’alba e il tramonto e dopo il quale le “giornate” tornano di nuovo ad allungarsi.
In realtà il giorno più corto dell’anno, nel nostro emisfero, è quello del SOLSTIZIO che quest’anno cadrà il 22 dicembre.

Il detto popolare, era corretto prima del 1582, quando il calendario di allora, derivante dal calcolo approssimato degli antichi Romani della durata dell’anno solare rispetto a quello calendariale, era arrivato ad accumulare un ritardo di 10 giorni sul corso reale del Sole ed il solstizio si verificava intorno al 13 dicembre, giorno di S. Lucia.
La riforma gregoriana fece “saltare il mondo” dal 4 al 15 ottobre e il solstizio si spostò nelle date che conosciamo oggi.

Gli appassionati di astronomia segnalano che, in ogni caso, attorno al 13 dicembre qualcosa nelle nostre giornate succede.
Da oggi in poi il Sole inizierà, a poco a poco, a tramontare ogni giorno più tardi (1 minuto di luce in più ogni 2 giorni), dando l’impressione che i giorni siano già tornati ad allungarsi…MA ATTENZIONE, continuerà ancora a ‘ritardare’ il momento del sorgere (2 minuti di luce in meno ogni 2 giorni) cosicchè il risultato totale dei due effetti sarà che il dì si sta ancora accorciando e, come detto prima, lo farà fino al 22 dicembre.

CURIOSITÀ
A Roma oggi il Sole è sorto alle 07:29 ed è tramontato alle 16:39 (9 ore e 10 minuti di luce) mentre sul Vespucci, che si trova nell’emisfero australe, si sta avvicinando, invece, il “giorno più LUNGO che ci sia” (Solstizio d’Estate) dato che il Sole, sorto oggi alle 05:34, tramonterà alle 20:01 (14 ore e 27 minuti di luce).

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Richard Evelyn Bird sorvola il Polo Sud, 29 novembre 1929

Il 29 novembre 1929, (94 anni fa) venne sorvolato per la prima volta in aereo il Polo Sud.
L’impresa fu compiuta dall’ esploratore statunitense Richard Evelyn Byrd con l’appoggio della base di Little America allestita al limite della barriera di Ross: sorvolò la Queen Maud Range scoprendo la regione che chiamò Terra di Marie Byrd in onore della moglie.

In seguito Byrd condusse altre tre spedizioni.
Nel 1933-34 con lo scopo di installare una stazione meteorologica avanzata sulla banchisa del Mare di Ross, svernò in una capanna-bunker, dal 28 marzo al 10 agosto 1934, 180 km a Sud di Little America, dove rischiò di perdere la vita per le esalazioni di anidride carbonica.
Di questa impresa Byrd ha lasciato una dettagliata descrizione nel libro Alone (Solo)

Nel 1939-40, con una terza spedizione, questa volta ufficialmente patrocinata dagli USA e, di nuovo, con un aereo, Byrd rilevò il profilo costiero compreso fra la Penisola Antartica e il Mare di Ross.

Nel 1946 intraprese la sua quarta spedizione (denominata Highjump) con l’impiego di circa 4000 uomini e di numerosi mezzi (aeroplani, navi e anche un sommergibile), ciò che gli permise di raccogliere numerosi dati meteorologici, biologici, ecc. su un territorio molto vasto.
Morì mentre ne stava organizzando una quinta, in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale (1957-58).

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La Luna piena del Castoro

27 novembre 2023

LA LUNA PIENA DEL CASTORO

Oggi 27 novembre, alle 10:16 ora italiana, avremo la Luna Piena del Castoro.
Il nome deriva dalle trappole che venivano messe proprio in questo periodo dell’anno, a novembre, per catturare i castori e procurarsi la pelliccia da usare durante i mesi freddi invernali.
Nella cultura nativo-americana gli altri nomi usati per la Luna Piena di novembre sono “Luna della Brina” o “Luna Gelida”, mentre in altre parti del mondo viene chiamata “Luna Bianca” (in Cina), “Luna Oscura” (nella cultura celtica).

Nell’emisfero sud, dove si trova adesso il Vespucci, è primavera e i nomi più comuni sono “Luna del Mais”, “Luna del Latte”, “Luna dei Fiori” e “Luna della Lepre”.

CURIOSITÀ
Questa sera la luna piena si troverà nella costellazione del Toro, vicino alle Pleaidi, in una congiunzione facilmente riconoscibile senza nuvole.
Le Pleaidi sono un ammasso stellare piuttosto ‘vicino’ a noi (440 anni luce), che conta diverse stelle visibili ad occhio nudo: non è difficile riconoscerne 5 o 6, ma in zone senza inquinamento luminoso, si può arrivare a contarne anche 12.

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