Il Tesoro del Polluce – 17 giugno 1841

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17 giugno 2024 – Nave Vespucci è all’ancora in acque messicane in attesa di entrare nel porto di Puerto Vallata. 🇲🇽

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17 giugno 1841

La sera del 17 giugno 1841, il piroscafo genovese Polluce, in navigazione da Napoli a Marsiglia (via Genova), viene speronato
al largo dell’Isola d’Elba, da un altro piroscafo, il Mongibello, in rotta Livorno-Civitavecchia.
A bordo del Polluce ci sono 52 passeggeri (tra cui diversi nobili e funzionari) e 18 membri dell’equipaggio, nonché una notevole somma di monete d’oro e d’argento (70.000 colonnati d’argento e 100.000 franchi), monili, gioielli, orologi, diamanti, smeraldi, il tutto di proprietà dei ricchi passeggeri.
Un tesoro dal valore che gli esperti ipotizzano equivalente a quasi 350 milioni di euro odierni.
Il Polluce si inabissa in meno di mezz’ora dopo il sinistro, alle 22.30, tre miglia a levante di Capo Calvo (nel canale di Piombino, tra l’Elba e Punta Ala).
All’ incidente seguì un lungo processo tra l’armatore del Polluce, Raffaele Rubattino, e l’amministrazione della Navigazione del Regno delle Due Sicilie.
L’armatore tentò di recuperare la sua nave poco dopo il naufragio, ma non riuscì nell’impresa a causa della profondità di oltre 100 metri: all’epoca non esisteva la tecnologia per poter effettuare recuperi a quella profondità.

Nel 2000, alcuni cacciatori di tesori inglesi riuscirono a portare alla luca una parte del tesoro sommerso attraverso una truffa. Fingendo di voler recuperare il relitto di una nave mercantile inglese affondata durante la Prima Guerra Mondiale, fornirono invece le coordinate del relitto del Polluce e ottennero un permesso per effettuare la ricerca: il loro obiettivo era di appropriarsi di una parte del tesoro sommerso. Fortunatamente, il tesoro fu recuperato prima che potesse essere messo all’asta sul mercato inglese.
Successivamente, dal 2005 al 2014, fu completato il recupero dei tesori rimasti sommersi grazie anche all’intervento dei mezzi della Marina Militare.
I tesori recuperati, di grande interesse storico e numismatico, sono ora conservati nel Museo del Mare di Capoliveri (Isola d’Elba).

Cieli sereni
PG

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