Il meccanismo di Antikythera


di Redazione Fuori Online_

Il meccanismo di Anticitera è un antico dispositivo meccanico a sfere che risale al II secolo a.C. e che è stato scoperto nel 1901 nelle rovine di un relitto di nave vicino all’isola di Anticitera, in Grecia.

È considerato uno dei primi calcolatori astronomici della storia e uno dei più importanti reperti archeologici mai scoperti.

Il dispositivo era costituito da una serie di ingranaggi, cavi e dischi di bronzo, e sembra essere stato progettato per calcolare la posizione del Sole, della Luna e di alcuni pianeti nel corso dell’anno.

Era in grado anche di prevedere le eclissi solari e lunari, nonché di mostrare la fase della Luna.

La complessità e la precisione del meccanismo di Anticitera sono impressionanti, considerando l’epoca in cui è stato creato.

La sua tecnologia era molto più avanzata rispetto a qualsiasi altro dispositivo meccanico dell’epoca e probabilmente ha richiesto anni di lavoro e di competenze avanzate per essere realizzato.

Non si sa con certezza chi abbia creato il meccanismo di Anticitera e a quale scopo, ma si ritiene che potrebbe essere stato utilizzato per scopi astrologici, scientifici o religiosi.

Il dispositivo è anche considerato un importante esempio di ingegneria meccanica e ha influenzato lo sviluppo della tecnologia meccanica in Europa e nel mondo musulmano.

Il meccanismo di Anticitera è stato ricostruito da archeologi e ingegneri moderni, che hanno utilizzato tecniche di scansione tridimensionale e modellazione computerizzata per creare una replica funzionante del dispositivo.

Questa replica ha permesso di comprendere meglio le funzioni del meccanismo e ha dimostrato la sua importanza storica e tecnologica.

Nonostante questo progresso, resta ancora fitto il mistero sul reale utilizzo che veniva fatto della macchina di Anticitera e sul motivo per cui i Greci, capaci di un simile esempio di ingegneria meccanica, non abbiano inventato altre tecnologie avanzate come gli orologi.


https://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_di_Anticitera




Zendaya


di Redazione Online_

Zendaya è una delle figure più influenti a livello mondiale, sia nel mondo dell’intrattenimento che in quello della moda. Attrice, cantante, modella e attivista, questa giovane donna ha dimostrato di avere un talento eccezionale e una personalità magnetica che la rendono una delle personalità più ammirate e seguite al mondo.

Nata a Oakland, in California, nel 1996, Zendaya Maree Stoermer Coleman ha iniziato la sua carriera all’età di soli 8 anni come modella per Macy’s, prima di approdare alla televisione nel 2010 con un ruolo nella serie Disney “Shake It Up”. Da allora, Zendaya ha continuato a conquistare il pubblico con la sua bellezza, la sua versatilità e il suo impegno sociale.

Una delle caratteristiche distintive di Zendaya è la sua capacità di affrontare temi sociali importanti attraverso la sua arte e la sua attivismo. Ha sempre utilizzato la sua piattaforma per parlare di questioni importanti come il razzismo, la disuguaglianza di genere, la rappresentazione dei neri nell’industria dell’intrattenimento e molto altro. Inoltre, è un’attivista del movimento Black Lives Matter, e si è impegnata per sostenere la comunità LGBTQ+ e altre minoranze.

Oltre al suo attivismo, Zendaya ha dimostrato di essere una talentuosa attrice, vincendo il premio Emmy per la sua interpretazione nella serie “Euphoria” del 2019. Ha anche recitato in film come “Spider-Man: Homecoming” e “The Greatest Showman”, dimostrando la sua versatilità come attrice.

Ma Zendaya non è solo una talentuosa attrice. Ha anche conquistato il mondo della moda con il suo stile unico e audace. È stata scelta come testimonial di molte campagne pubblicitarie, come quella di Lancôme e Valentino, ed è stata invitata a sfilare sulle passerelle di marchi prestigiosi come Tommy Hilfiger e Marc Jacobs.

Inoltre, Zendaya ha dimostrato di essere un’icona di stile, con un guardaroba che spazia dal casual al glamour, e che ispira molte donne in tutto il mondo. Ha lanciato anche la sua linea di abbigliamento, chiamata Daya by Zendaya, che mira a offrire una moda accessibile e inclusiva per tutte le donne.

In sintesi, Zendaya è una figura influente a livello mondiale grazie alla sua arte, al suo attivismo e al suo stile. Ha dimostrato di essere un’artista poliedrica, capace di affrontare temi importanti attraverso la sua arte e di ispirare molte persone in tutto il mondo. Con la sua forza e la sua determinazione, ha conquistato il cuore di molte persone, e ha dimostrato di essere una fonte di ispirazione per molte giovani donne in tutto il mondo.




Il mito della Torre rivisto attraverso le opere di Celestino Russo

https://www.exibart.com/evento-arte/celestino-russo-babel

di Massimo Biecher

Il testo che segue è stato scritto a seguito della visita della galleria d’arte di Lorenzo Vatalaro sita in zona Brera Milano che esponeva delle opere dell’artista Celestino Russo.
Le emozioni in noi evocate sono poi passate attraverso al setaccio del metodo che abbiamo sviluppato per ri-analizzare i miti dell’antica Grecia.

Il risultato della nostra riflessione intorno al significato simbolico del mito della torre è riassunto nel seguente scritto.

Introduzione

Il mito che ha a che fare con le torri è un mito antichissimo e a noi, che apparteniamo alla cultura occidentale, richiamano in primis le torri campanarie.
Il simbolismo ad esse collegato rimanda al desiderio dell’uomo, o per lo meno di alcuni di essi, a voler ri-collegare il cielo con la terra. Ricordiamo che il sostantivo religione, deriva dal verbo latino religere, dove “re” è un prefisso che significa la ripetizione di un’azione e dal verbo ”lĭgo, lĭgas, ligavi, ligatum, lĭgāre” che vuol dire “legare”, “unire”, “congiungere”, “riunire”.
La torre più famosa di tutte è la torre di Babele che però nei secoli è stata associata all’arroganza dell’uomo, il quale, invece di mettersi in contatto con il creatore, cerca di porsi al suo stesso livello.
Le opere di Celestino Russo pur rifacendosi a questi concetti, suscitano anche altre immagini interiori.
Abbiamo pertanto deciso di osservare queste opere con gli occhi del cuore così come ci invitava a fare il Michelangelo Buonarroti (1475-1564) che nel verso 49 delle Rime:

« Amor, la tuo beltà non è mortale: nessun volto fra noi è che pareggi, l’immagine del cor, che ‘nfiammi e reggi, con altro foco e muovi con altr’ale ».

alludeva ad un particolare tipo di percezione il quale, non arrestandosi all’aspetto esteriore e formale delle cose e delle persone, giunge, tramite il cuore inteso come organo psicologico preposto al riconoscimento delle emozioni, alla cosiddetta φύσις – physys, ovvero alla natura intrinseca, alla qualità innata o all’essenza particolare presente all’interno di ciascuna di esse.

Sarebbero le forme esteriori che scatenano associazioni libere di idee le quali a loro volta, rimandano ad altre immagini per analogia o per sympatheia συμπάθεια (da “σύν” – assieme, con e da πάθος – “sofferenza”, “patimento”, “passione” ma soprattutto “esperienza”, “emozione”, “ciò che si prova”) suscitando altre sensazioni.

alludeva ad un particolare tipo di percezione il quale, non arrestandosi all’aspetto esteriore e formale delle cose e delle persone, giunge, tramite il cuore inteso come organo psicologico preposto al riconoscimento delle emozioni, alla cosiddetta φύσις – physys, ovvero alla natura intrinseca, alla qualità innata o all’essenza particolare presente all’interno di ciascuna di esse.

Sarebbero le forme esteriori che scatenano associazioni libere di idee le quali a loro volta, rimandano ad altre immagini per analogia o per sympatheia συμπάθεια (da “σύν” – assieme, con e da πάθος – “sofferenza”, “patimento”, “passione” ma soprattutto “esperienza”, “emozione”, “ciò che si prova”) suscitando altre sensazioni.

Premessa all’analisi

Prima di analizzare le opere di Celestino Russo sentiamo il bisogno di soffermarci sul significato della torre in sé. Che cosa è la torre? Quali immagini suscita ? A cosa rimanda per similitudine e corrispondenza ?
Come abbiamo accennato nell’introduzione, la torre è qualcosa che avvicina, è una sorta di ponte verticale che ha l’ambizione di collegare non tanto terre o nazioni diverse ma mondi o dimensioni diverse.

Ma quali mondi in particolare ?
Per scoprire ciò, anche in questo caso, abbiamo deciso di applicare lo stesso metodo di indagine che adoperiamo per la pubblicazione degli articoli che hanno per protagonisti i miti dell’antica Grecia nei quali, invece di soffermarci sulle vicende che afferivano ad una religione politeista ormai estinta, in accordo con il modello della psicologia archetipica di James Hillman vi troviamo la metafora del mondo della psyche, delle emozioni e dei sentimenti rappresentati per mezzo di storie che ricordano più i sogni notturni che descrizioni di eventi dotati di senso compiuto.
Per comprendere gli archetipi incarnati dalla torre siamo partiti con la ricerca etimologica del sostantivo come veniva pronunciato in greco antico per vedere successivamente se esso fosse in grado di evocare da un punto di vista immaginale negli antichi e a noi ai giorni nostri, a livello inconscio, particolari significati.

Etimologia del sostantivo torre
La parola «torre» in greco antico si scriveva πύργος – pyrgos che derivava dal verbo πυργόω – pyrgoo che significa “munire di torri”, “fortificare”, ma anche “ingrandire”, “esagerare” ed addirittura “magnificare” ed “esaltare”, ma anche “essere altero”.
Da questi primi indizi è più facile comprendere perché alla torre venga associata l’arroganza di chi cerca di elevarsi, esaltarsi, di chi esagera.
Ma tra i significati che rinveniamo nei vocabolari consultati, abbiamo trovato anche “andare a testa alta”, “alzarsi in piedi” e “raddrizzarsi”.

Questi ultimi due in particolare, non suggeriscono a nostro avviso tanto la sfacciataggine di un superbo, quanto piuttosto sembrano riferirsi a colui che conscio di sé, dei propri pregi e difetti, affronta la vita “a testa alta“. Interessante anche il fatto che la preposizione περί – peri, significa “rotatoria”, “rotondo” e “tondeggiante” e “smussato” che rimandano proprio alla forma delle torri del Russo.


Non siamo in grado di affermarlo con certezza, ma è possibile che l’artista scolpendo e dando forma alle sue creazioni possa essersi lasciato inconsciamente guidare dal significato intrinseco del termine, dall’essenza che sta dietro alla torre in sé.
In altre parole avrebbe praticato quella che per gli antichi greci era la τέχνη – tekné, ovvero l’arte, l’abilità di rappresentare sia l’oggetto che la sostanza andando al di là di ciò che è visibile agli occhi.

Originalità delle rappresentazioni di Celestino Russo

Che cosa ha attratto in particolare la nostra curiosità ?
Il fatto che oltre ad esservi delle torri che puntano verso l’alto, ve ne sono alcune che sembrano spingersi verso il basso. Il che ci ha portati ad immaginare un cammino in discesa, verso le profondità dell’anima, dove è possibile fare conoscenza profonda di noi stessi.
Inoltre i pezzi forgiati dall’interno ci fanno pensare al cammino sempre lento e tortuoso che il ricercatore di sé deve compiere quando va alla ricerca del proprio contenuto rimosso, senza sapere cosa troverà e quanto in fondo si spingerà nella sua ricerca.

Così come alcune sculture che appaiono incomplete, che ci ricordano chi inizia il proprio cammino, in questo caso in salita, e poi, per tutta una serie di motivi, lo interrompe.

A questo punto mossi dallo spirito che aleggia in uno dei motti dello scrittore Saint-Exupéry ossia, « l’essenziale è invisibile agli occhi », ci siamo domandati, non tanto se questo fosse l’intendimento dell’artista, quanto invece, in base ai nostri studi riguardo ai μθοι – mithoi rivisti in chiave psicoanalitica, quale altro significato si celasse dietro alle due categorie di torri. In altre parole, quali sarebbero i significati psicologici che questi simboli incarnerebbero al di là delle più facili e scontate attribuzioni ?

In base agli studi compiuti, derivati dall’analisi di alcune opere artistiche rinascimentali che si erano ispirate alla teologia orfica, che ricordiamo era una forma di religiosità monoteista andata perduta e che circolava tra filosofi e ceti abbienti dell’antica Grecia, nonché dalla rilettura che abbiamo condotto a riguardo del mito di Orfeo ed Euridice, siamo giunti alle seguenti associazioni.

Le torri che salgono


Le torri che sembrano elevarsi incarnerebbero l’archetipo di quel ponte tra mondi, quello che Marsilio Ficino definì l’Anima Mundi.

«L’Anima [mundi] – ψυχή, si può chiamare il centro della Natura, l’intermediaria di tutte le cose, la catena del mondo, il volto del tutto, il nodo e la “copula mundi».
Tratto da: «Theologia platonica», III, 2, traduzione di Nicola Abbagnano di Marsilio Ficino (1433-1499)

È grazie al Rinascimento che l’Anima cessa di possedere unicamente un significato spirituale e diventa il sinonimo di quella che oggi chiamiamo psyche, termine coniato dal teologo ed umanista Philipp Melanchton che fu amico e consigliere personale di Martin Lutero, ovvero quelle facoltà della mente che riguardano il mondo delle emozioni dei sentimenti.

È tipico di questo periodo, la ri-traduzione dei testi dell’antica Grecia, dove la ricerca dei significati dei lemmi all’interno dei vocabolari non avviene più pensando di avere a che fare con storie mitologiche che riguardavano protagonisti leggendari appartenenti ad una religione politeista, bensì con racconti metaforici il cui scopo era di rivolgersi al cuore di ciascuno di noi, ovvero al nostro lato emozionale.
Ma anche la scoperta di nuovi testi antichi che si credevano perduti, portati con sé da intellettuali e uomini

appartenenti alla chiesa ortodossa che parteciparono al concilio di Ferrara Firenze del 1438 1449, il quale riuscì a ricucire temporaneamente lo scisma avvenuto tra la Chiesa occidentale e la Chiesa ortodossa avvenuta nel 1054.

Fatte queste premesse, l’Anima Mundi, secondo il modello dei filosofi neoplatonici che partecipavano alle sessioni di studio che si tenevano presso l’Accademia Neoplatonica di Careggi (FI), andrebbe immaginata come una sorta di contenitore di quegli archetipi che per Platone ed il suo erede Plotino sarebbero a fondamento della creazione sensibile, dove ci sono i prototipi di tutte le anime particolari o individuali e con le quali essa rimane in costante collegamento.

Ma anche gli archetipi di quelle immagini che popolano il mondo interiore dell’uomo e che sarebbero la causa di emozioni e sentimenti primitivi, intensi e profondi, impersonati, all’interno del pantheon degli dei, dalle figure dei Titani.

Ecco che secondo questa chiave di lettura, l’uomo che è proteso verso l’alto non è più l’uomo che con arroganza vuole porsi a livello del creatore (secondo la teogonia orfica infatti l’Uno creatore è ineffabile ed inconoscibile, pertanto il peccato di hybris in questo contesto non è contemplato), bensì è colui che vuole comprendere, per dirla similmente al filosofo neoplatonico Damascio (450 – 532), i principi primi, quelli che gli permettono di comprendere il Tutto, di distinguere la singolarità nella pluralità, di comprendere le leggi che regolano l’animo umano e che quindi influenzano anche la propria.

Marsilio Ficino (1433-1499) ritratto in un affresco del Ghirlandaio che si trova all’interno della chiesa di Santa Maria Novella immagine tratta da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Marsilio_Ficino_-_Angel_Appearing_to_Zacharias_(detail).jpg

Le torri che scendono verso il basso


Le torri che scendono invece, richiamano in noi il racconto del mito di Orfeo ed Euridice, quando il figlio di Eagro e Calliope si reca nell’Ade alla ricerca della propria amata, morta appena dopo il matrimonio.
Notoriamente l’Ade, similmente al Tartaro, viene liquidato, a nostro avviso in maniera semplicistica, come il regno delle tenebre e della morte.

Come, perché e quando entrambi i termini abbiano smarrito il loro significato originario, non è dato sapere, ma se vogliamo interpretare i racconti mitologici in chiave psicologica, dobbiamo andare prima di tutto in cerca del significato che presumibilmente essi evocavano tra gli antichi.

Usiamo anche in questo caso il verbo evocare perché, i sostantivi, gli aggettivi ed i verbi del greco antico, non erano solamente dei segni, e quindi non seguivano le rigide regole della semiotica moderna, bensì impersonando dei simboli, erano metafore che rimandavano ad altri significati, soprattutto all’ambito dell’anima/psyche.
Pertanto, secondo il vocabolario Liddel-Scott-Jones, Ἀίδης – aides/Ade, è composto dalla particella α – alfa privativa, un elemento che indica la negazione di quanto espresso dal sostantivo successivo, e dal verbo δεν.

δεν – ideìn a sua volta, è l’infinito del verbo εδον – eidon, che significa “vedere”, “scorgere”, “guardare”, “osservare”, “considerare”, ma anche, “percepire”, “provare”, “sentire (emozioni)”, “guardare in direzione di ..” e “vedere mentalmente”.
Pertanto a livello di immagine mentale, l’Ade veniva percepito dagli antichi come uno spazio dove «non-si-vede», dove vi è l’«impossibilità a guardare», in quanto non vi è ancora non è arrivata la Luce, in altre parole, dove secondo la psicoanalisi moderna alberga il materiale inconscio e rimosso.
È da qui che nascono quelle sensazioni fastidiose ed inspiegabili, quel brusio di sottofondo interiore, quelle sensazione di disagio inspiegabili che fintantoché restano sottotraccia ci condizionano, ci inducono in comportamenti solo apparentemente irrazionali ma che in realtà hanno una loro logica ed assumono un loro senso compiuto solo se contestualizzati all’interno delle leggi che guidano la psyché.
Stiamo parlando di un luogo destinato a restare oscuro fino a quando non saremo in grado di rendere conscio il materiale psichico inconscio.
La torre che scende pertanto, incarnerebbe il lavoro di conoscenza di sé, quello che viene fatto quando riflettiamo perché determinate esperienze evocano in noi certi stati d’animo piuttosto che altri oppure, quando ci rivolgiamo ad un esperto per affrontare un percorso personale di tipo psicoanalitico.

Conclusione

Non siamo in grado di immaginare se questi fossero per davvero gli intenti dell’autore, magari solamente in forma inconscia appunto, oppure di colui che le ha commissionate, ma quella che qui abbiamo esposto è la nostra personale sensazione, la trasposizione di quello che queste opere hanno saputo far risuonare dentro di noi.

Riteniamo inoltre che dal punto di osservazione da cui abbiamo effettuato questa indagine, che queste sculture possano altresì definirsi neo-rinascimentali nel senso che ciascuna di esse non è soltanto la concretizzazione di immagini che appartengono al mondo interiore dell’artista, ma che contengono anche riferimenti al mondo della psiche.

Esattamente com’era intesa l’arte del periodo che va all’incirca dal 1450 fino a tutto il 1500.
Perché quando un’opera artistica, rimanda a significati che fanno riferimento al mondo psiche, al mondo delle emozioni e dei sentimenti, essa ci indica la strada verso quella conoscenza che gli antichi chiamavano la γνθι σαυτόν – gnōthi saytón, in altre parole, la conoscenza di sé.


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Enciclopedia Treccani on line
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https://books.openedition.org OpenEdition è una piattaforma online di libri per le scienze umane e sociali. Più della metà sono ad accesso libero.
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https://www.hellenicgods.org/


Massimo Biecher

Appassionato fin da ragazzo di fisica nucleare, elettronica e computer, entrato nel mondo del lavoro scopre che la sfera emozionale è importante tanto quanto quella razionale.

Ricoprendo all’interno delle aziende ruoli di sempre maggior responsabilità, osserva che per avere successo, oltre ad investire in ricerca e sviluppo ed in strumenti di marketing innovativi, le organizzazioni non possono prescindere dal fatto che le emozioni giochino un ruolo determinante tra i fattori critici di successo.

Grazie ai libri del Prof. Giampiero Quaglino, viene a conoscenza delle più moderne teorie sulla leadership ed in particolare quelle del docente dell’Insead, Manfred Kets de Vries, con cui condivide la visione secondo la quale non esistono modelli di leadership vincenti, ma solo relazioni efficaci tra gli individui.

Nel 2014 la rivista “Nuova Atletica”, organo ufficiale della Federazione Italiana Di Atletica Leggera, gli commissiona una serie di contributi sulla leadership per allenatori professionisti, coerente con le teorie che quotidianamente cerca di mettere in pratica sul lavoro.

Appassionato anche di filosofia, va alla ricerca instancabile di un modello che metta al centro l’individuo e ne rispetti l’unicità ma che al contempo, sia riconducibile a dei principi da cui cui tutto “principia”, convinto che la cultura e la superspecializzazione della scienza e della tecnologia moderna, conduca ad un inevitabile frammentazione dell’Io.

Ritiene di aver trovato ciò che cercava, riscoprendo la filosofia platonica e di Plotino e nella rilettura dei miti greci attraverso le lenti della psicologia archetipica introdotta dallo psicoanalista junghiano James Hillmann assieme ad i contributi dei filosofi E. Casey, L. Corman e dell’antropologo J.P. Vernant.

Pubblica con cadenza mensile sul magazine “karmanews.it” articoli che reinterpretano i miti dell’antica Grecia in chiave psicoanalitica, ritenendoli una metafora dei travagli dell’anima che, mediante l’uso di immagini e di racconti fantastici, si rivolgono direttamente al cuore e quindi all’inconscio.




QUAND’È CARNEVALE ?

Una domanda che il comandante Bitta si è posto, visto che la ricorrenza non ha una data fissa e, rispetto alla Pasqua, si “spalma” su più giorni.

Esiste una distinzione fra Carnevale di rito ‘romano’ e quello ‘ambrosiano’.

Rito romano
Il Carnevale di rito romano inizia OGGI, GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO (giovedì grasso) e durerà fino al 21 febbraio (martedì grasso), ultima occasione per fare baldoria prima della Quaresima, che inizierà il giorno seguente, 22 febbraio (mercoledì delle ceneri), giorno di digiuno e astinenza. In mezzo c’è il 19 febbraio, la domenica di Carnevale, giorno dedicato a sfilate e cortei di maschere.

Rito ambrosiano
Il rito ambrosiano, ancora seguito nell’arcidiocesi di Milano, sposta il Carnevale qualche giorno più avanti nel calendario, perché la Quaresima non inizia il mercoledì delle ceneri, ma la domenica successiva (quest’anno il 26 febbraio). Questo vuol dire che i festeggiamenti, al contrario che nel resto d’Italia, inizieranno martedì 21 febbraio per chiudersi sabato 25 febbraio.

Perché questa differenza fra i due riti?
La leggenda parla di una richiesta fatta da Sant’Ambrogio, futuro patrono di Milano, il quale, lontano dalla città per un pellegrinaggio, raccomandò di attendere il suo rientro per poter iniziare le celebrazioni della Quaresima.

La realtà storica è un’altra: il rito Romano considera le domeniche giorni di non digiuno e quindi anticipa l’inizio della Quaresima al mercoledì delle ceneri per avere 40 giorni ‘effettivi’ di digiuno.
Il rito Ambrosiano, più antico di quello Romano, non ha mai avuto il mercoledì delle Ceneri: l’inizio della Quaresima si calcola a partire dalla domenica successiva, la sesta prima di Pasqua, quella del digiuno di Gesù nel deserto che si legge nel Vangelo.
Nel calendario, si va a ritroso dal giovedì santo per contare i quaranta giorni e arrivare alla prima domenica di Quaresima: dunque, i quaranta giorni di penitenza iniziavano la sesta domenica prima di Pasqua e terminavano al triduo pasquale (escluso) che cominciava ai vespri del giovedì santo.
Poi, nel Medioevo, subentrò l’idea dei quaranta giorni effettivi di digiuno e la Quaresima fu intesa come periodo di preparazione alla domenica di Pasqua anziché al triduo pasquale.
Il nuovo computo partì dunque a ritroso dal sabato santo e contando quaranta giorni, saltando le domeniche, arriviamo proprio al mercoledì precedente la prima domenica di Quaresima. Questo computo fu accolto dalla Chiesa romana e si diffuse in tutto l’Occidente, tranne che a Milano.

Cieli sereni
PG




Perché oggi dilagano le teorie “complottiste”?

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di Redazione Fuori Online

Ci sono molte ragioni per cui le teorie del complotto stanno diventando sempre più diffuse in molti paesi del mondo.

Alcune di queste ragioni includono:

Diffusione delle informazioni: Grazie alle tecnologie digitali e ai social media, le informazioni possono essere condivise rapidamente e facilmente. Questo può portare alla diffusione di teorie del complotto e false informazioni, spesso senza alcuna verifica o verifica dei fatti.

Diffidenza verso le istituzioni: In molte parti del mondo, le persone hanno perso la fiducia nelle istituzioni e nei media tradizionali. Questa diffidenza può portare le persone a cercare spiegazioni alternative per gli eventi, spesso abbracciando teorie del complotto.

Incertezza e paura: In periodi di incertezza e paura, come ad esempio durante una pandemia o una crisi economica, le persone possono cercare di trovare spiegazioni semplici per i problemi complessi. Le teorie del complotto offrono una spiegazione semplice, anche se spesso inaffidabile, per gli eventi.

Credenze personali e ideologie: Le persone possono essere influenzate dalle loro credenze personali e dalle loro ideologie politiche o religiose, spesso cercando di adattare gli eventi alla loro visione del mondo. In alcuni casi, questo può portare all’accettazione di teorie del complotto.

Tuttavia, è importante ricordare che le teorie del complotto non sono supportate da prove concrete e spesso danneggiano la società e la fiducia nelle istituzioni.

È importante mantenere un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni e delle fonti, cercando sempre di verificare la loro affidabilità prima di accettarle.




Green Deal

Immagine generata dal sistema di AI DALL-E in base a delle Key Words estrapolate dall’articolo.

di Redazione Fuori Online

Nel settembre del 2021, il governo britannico ha annunciato piani ambiziosi per eliminare la vendita di auto a benzina e diesel entro il 2030 e l’eliminazione completa delle vendite di veicoli a combustione interna entro il 2035. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas serra e la dipendenza dal petrolio, e promuovere l’adozione di veicoli a zero emissioni.

Sebbene l’adozione di auto a zero emissioni abbia chiaramente benefici ambientali, ci sono anche preoccupazioni riguardo alle conseguenze per l’occupazione. Il passaggio a veicoli elettrici potrebbe avere un impatto significativo sull’industria automobilistica e sui lavoratori che dipendono da essa.

Ad esempio, si prevede che la produzione di motori a combustione interna e parti correlate diminuirà drasticamente con l’aumento della domanda di auto elettriche. Questo potrebbe comportare la chiusura di alcune fabbriche, la riduzione dei posti di lavoro e la necessità di riqualificare i lavoratori per altri settori.

Tuttavia, ci sono anche opportunità di lavoro associate all’adozione di auto elettriche. La produzione di veicoli elettrici richiederà ancora la lavorazione di materiali, la progettazione e la costruzione di veicoli, l’installazione di infrastrutture di ricarica e la manutenzione e riparazione di veicoli elettrici. Inoltre, la tecnologia dell’auto elettrica richiederà nuove competenze e specializzazioni, come l’elettronica, la programmazione e la gestione delle batterie.

Per attenuare gli impatti negativi sul lavoro, è importante che i governi e le imprese agiscano prontamente per garantire che i lavoratori dell’industria automobilistica siano adeguatamente formati e qualificati per il futuro dell’industria. I governi dovrebbero anche considerare politiche di sostegno, come incentivi fiscali, sovvenzioni per la riqualificazione, programmi di formazione professionale e trasferimenti di competenze, per aiutare i lavoratori a far fronte alla transizione verso l’elettrificazione dei veicoli.

In definitiva, l’adozione di auto a zero emissioni rappresenta una sfida e un’opportunità per l’industria automobilistica e per l’occupazione. Tuttavia, con la giusta strategia e il sostegno adeguato, si può fare in modo che la transizione sia una vittoria per l’ambiente e per i lavoratori.




San Valentino.

San Valentino è la festa degli innamorati celebrata in molti paesi del mondo il 14 febbraio di ogni anno. Tuttavia, le sue origini risalgono a molto tempo fa e sono incerte.

La leggenda più comune riguardo a San Valentino è quella del vescovo romano Valentino, che durante il regno di Claudio II, intorno al 270 d.C., avrebbe disobbedito all’editto che proibiva i matrimoni tra giovani, considerati poco utili per l’esercito. Valentino celebrava i matrimoni in segreto e in questo modo aiutava i giovani innamorati a coronare il loro sogno d’amore. Tuttavia, Claudio II lo scoprì e lo fece imprigionare e giustiziare il 14 febbraio.

Un’altra teoria riguardo alle origini di San Valentino risale al periodo antico romano, in cui si celebrava la festa della fertilità chiamata Lupercalia, che cadeva il 15 febbraio. Durante questa festa, i giovani sceltevano a sorte un partner per passare la notte insieme, in un rito simbolico di purificazione e fertilità. Con l’arrivo del cristianesimo, la festa di San Valentino si sovrappose alla Lupercalia e ne assorbì alcuni elementi.

Indipendentemente dalle sue origini, San Valentino è diventato un simbolo dell’amore romantico e della celebrazione delle relazioni affettive. Oggi, questa festa viene celebrata in tutto il mondo con gesti di affetto, regali e cene romantiche.

(Si ringrazia ChatGPT di Open.ai per la collaborazione ;-))




“STALAGMITI DI.. LAGO”

Non si tratta di Photoshop! La foto trovata sul web è vera. Siamo sul Lago Michigan (Usa) negli Stati Uniti; lì le acque sono congelate per la maggior parte dell’inverno dato che le temperature possono scendere fino a -30°C.
Poi, con il sopraggiungere di temperature più miti, invece di sciogliersi, il ghiaccio si frantuma, dando vita ad uno scenario incredibile, fatto di stalagmiti e stalattiti.

Il Lago Michigan è uno dei cinque Grandi Laghi dell’America del Nord,
il secondo per volume (4900 km cubi) e il terzo per superficie (58000 km quadrati).
È l’unico, dei cinque, circondato esclusivamente dal territorio degli Stati Uniti e lungo le sue sponde vivono circa 12 milioni di persone, principalmente nelle aree metropolitane di Chicago e Milwaukee.

Cieli sereni
PG




11 FEBBRAIO 2023 – IL BACIO DELLA COMETA

La Cometa di Neanderthal sta per lasciarci, ma prima incontrerà Marte: questa sera, 11 febbraio, non possiamo perderci un “bacio” atteso 50 mila anni.
La cometa infatti, si troverà molto vicina, prospetticamente, al pianeta (vedi immagine). Questo fino al 13 febbraio quando si sposterà vicino ad Aldebaran della costellazione del Toro.
Teoricamente potrebbe essere visibile a occhio nudo (nubi permettendo), ma forse occorrerà un buon binocolo.
Nella figura è riportata una sorta di ‘mappa stellare’ (per le ore 19 circa) per poter osservare il bacio seguendo gli asterismi e le stelle più evidenti: prolungando verso l’alto la linea immaginaria che unisce le tre stelle della cintura di Orione si potrà trovare la brillante Aldebaran e da lì individuare, per la sua luce rossastra, il pianeta Marte.

Cieli sereni
PG




7 FEBBRAIO 1974 – INDIPENDENZA DI GRENADA

ACCADDE OGGI / 7 FEBBRAIO 1974 – INDIPENDENZA DI GRENADA

Ogni 7 febbraio è festa nazionale a GRENADA, lo Stato caraibico resosi indipendente dal Regno Unito in questo giorno del 1974.
Vi sbarcò, per primo, Cristoforo Colombo nel 1498, durante il suo terzo viaggio, battezzandola Concepción.
Successivamente gli Spagnoli le dettero il nome di GRENADA, per i verdi rilievi dell’isola che ricordavano le montagne sovrastanti la città di Granada in Andalusia.
Grenada è nota come l’ Isola delle Spezie , in quanto produttrice di una grande varietà di spezie come cannella, chiodi di garofano e zenzero. Un posto di primo piano occupa la Myristica Fragrans, un albero sempreverde da cui si ricava la noce moscata tanto importante da venire anche rappresentata sulla bandiera nazionale.

La BANDIERA DI GRENADA 🇬🇩

Mostra 7 stelle che rappresentano le sette parrocchie della nazione: quella centrale si riferisce alla diocesi della capitale Saint George.
I colori rosso, giallo e verde simboleggiano rispettivamente il coraggio, il sole e l’ agricoltura e
nella parte verde a sinistra è inserito un disegno stilizzato di un frutto fresco di noce moscata.

Cieli sereni
PG